Un remake che funziona. Terrore dallo spazio profondo
Nel classico del 1956, L’invasione degli ultracorpi diretto da Don Siegel, ispirato all’omonimo romanzo di Jack Finney, la critica aveva intravisto tanto una metafora anticomunista che antimaccartista, in linea con il clima politico americano degli anni Cinquanta. Il pregio del remake del 1978, diretto da Philip Kaufman, è di trovare un punto di incontro tra queste due critiche, concentrandosi sul tema del conformismo. Tra gli interpreti, un Donald Sutherland in stato di grazia, il buon Leonard Nimoy (chiamato anche qui a un ruolo da raziocinante puro), un giovanissimo Jeff Goldblum e Brooke Adams, la quale – per quanto mi riguarda – avrebbe meritato una carriera con molte più interpretazioni. Il film del 1978 è forse ancora più cupo della prima trasposizione. Ambientata in una San Francisco apparentemente normale, la pellicola esplora la sottile discesa della società in un incubo distopico. Uno degli aspetti più inquietanti è la lenta presa di coscienza dei protagonisti; la