La protesta di piazza Tienanmen. Che cosa può comunicare la storia ai manifestanti di oggi
Le proteste di piazza Tienanmen, a Pechino, durarono dal 15 aprile al 4 giugno 1989. Poco più di trent’anni fa. A scuola, in quinta superiore, di solito non si affronta questo argomento e la guerra fredda stessa viene vista dagli studenti più come un fantasma dai contorni indefiniti, anziché come una fase storica importantissima per noi contemporanei. Per questo è comprensibile che molti non sappiano che le proteste coinvolsero non solo quella piazza, ma diverse centinaia di altre città cinesi. Per quale ragione si protestava? Per la giustizia, ovviamente, e per i diritti. Quali? Inutile dilungarci, ma l’elenco mostrerebbe ciò per cui si è lottato e si lotta ancora dalla seconda metà del Novecento ad oggi, in piena fase di tardo capitalismo. Tutto cominciò con la morte di Hu Yaobang, il 15 aprile appunto, per un attacco cardiaco. Molti cinesi avevano interpretato la sua figura come quella di un rivoluzionario proletario, che si era battuto per la libertà di parola e di sta