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Visualizzazione dei post da febbraio, 2023

Parole perdute. La questione Roald Dahl (e non solo)

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  Il marchio britannico Puffin Books, proprietà della casa editrice Penguin, ha deciso di riscrivere i libri dello scrittore Roald Dahl per rimuoverne il linguaggio ritenuto offensivo per la cultura contemporanea. Le modifiche sono nell’ordine di centinaia, e questo ha creato un dibattito, non solo nel Regno Unito, sull’opportunità o meno di modificare un testo, con il pericolo di stravolgerlo o di far dire all’Autore qualcosa che non avrebbe voluto. La Roald Dahl Story Company, che ha operato le modifiche in collaborazione con Inclusive Minds, ha affermato che «non sia insolito rivedere la lingua» e che ogni modifica sia stata «piccola e ponderata con attenzione.» Per capirci, sono scomparsi termini come “grasso”, sostituito da “enorme”, per riferirsi ad esempio ad Augustus Gloop in Charlie and the Chocolate Factory (1964). Un altro esempio significativo si trova in James and the Giant Peach (1961), dove il Centipede cantava (nella precedente edizione): «Zia Sponge era terribil

Notre-Dame de Paris. Simbolismo e libero pensiero

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  Victor Hugo, I due castelli  (1850) Ho scelto di parlare di Victor Hugo attraverso la lente di una delle sue più grandi opere, Notre-Dame de Paris . Ne è uscito un testo ricco, che è così suddiviso: il primo capitolo è una breve introduzione alla complessa struttura del romanzo. Il secondo indaga la natura dei personaggi, sia quelli principali, che quelli secondari o inconsueti, come la folla parigina e la cattedrale stessa. Essi rappresentano soprattutto archetipi: sono la traduzione in forma narrativa di un’idea che lo scrittore intendeva esprimere. Il terzo capitolo si concentra sulla sbalorditiva capacità descrittiva di Hugo. Infine, il quarto mostra come il libero pensiero dello scrittore si manifesti nell’opera.   L’etereogeneità dei contenuti   Victor Hugo, Castello  (data incerta)   Notre-Dame de Paris si può considerare un romanzo “totale”: spazia dalla narrativa alla saggistica, dal testo teatrale alla poesia, dalla guida turistica al trattato alchemico. È un r

La psicologia della diversità in Notre-Dame de Paris

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Nono appuntamento psicologico-letterario a cui partecipo sul canale Il bar della psicologia , gestito dal dottor Adriano Grazioli, che potete trovare sui vari social. La rubrica in cui mi inserisco è il  Podcast letterario , all’episodio 46. Di seguito, trovate il video su YouTube e qui  il link a Spotify: segue una selezione scritta di alcuni interventi centrali. *   AG: Vorrei partire da un appunto su Mercoledì (2022), la recente serie Netflix. La diversità, oggi, quella mercificata, come la vediamo in quel prodotto, non è la vera diversità. È una serie che si rifà agli outsider , ma che in fondo non sono tali. In terapia, spesso la diversità è vissuta dal paziente sottoforma di stigmatizzazione da parte della società. In quel caso, la diversità è incapacità di far parte di un gruppo: nella serie, invece, i cosiddetti “strambi” fanno gruppo.   *   AS: Uno che non sa fare gruppo è Quasimodo, un outsider effettivo. Oggi l’essere alternativo è diventata una cosa mainst