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Visualizzazione dei post da aprile, 2017

Sui limiti della Storia e le capacità del male

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La politica e la religione sono ormai diventati pretesti per legittimare la violenza umana, che è al contrario atavica e indifferente ad ogni parte, ad ogni latitudine. Nemmeno la cultura e il ricordo possono vincere questa certezza che è il male, perché l'essere umano vive in un eterno presente ed anche la Storia non è che un racconto destinato ad alterne fortune. Se la Storia fosse "maestra di vita" avremmo evitato molti errori già compiuti, molte ideologie rimescolate, fonti di un pensiero che si articola, ma non si esalta. La Storia ritorna in modo ciclico, e allo stesso tempo come una spirale si evolve e degenera. Ed è un circolo vizioso, in cui anche le guerre diventano battaglie e in nessun caso si vince fino in fondo. Questo perché l'essere umano si è convinto, e crede ciecamente, che si possa sconfiggere il male, dal momento che non manca un solo istante di vederlo negli altri, ma mai in se stesso. La politica e la religione, che avrebbero ben altre

Trump e la Siria

Il 4 aprile un attacco chimico a Khan Sheikoun ha provocato decine di vittime: subito la notizia ha fatto il giro del mondo, puntando i riflettori (letteralmente) sulle vittime più giovani. Il 6 aprile gli Stati Uniti hanno risposto con un’azione militare ai danni della base aerea siriana, presunta fonte dell’attacco chimico. Nel 2013, l’allora presidente Barack Obama aveva indicato come “linea rossa” da non oltrepassare l’utilizzo di armi chimiche da parte di al-Assad. Il 21 agosto 2013, nel contesto degli scontri per il controllo di Damasco, l’ONU riportò che nel quartiere Ghuta erano morti civili e militari di entrambe gli schieramenti, uccisi dal gas sarin. Obama si disse subito preoccupato per l’avvenimento, tuttavia si riservò di analizzare meglio le responsabilità. La lezione dell’Iraq era un ottimo deterrente: in un’intervista a New Day, programma della CNN, il presidente rimarcò la necessità di creare una coalizione che spartisse l’onere dell’intervento. «E se gli Stati U

Sulla necessità di dare spazio al dubbio

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Qualche giorno addietro, mi è capitato di inserirmi in una discussione in merito all’efficacia dell’omeopatia. A dire il vero, l’argomento di partenza era di tutt’altro genere, ma per una ragione imprecisata, si è giunti a questo tema. Nel mio intervento non sono affatto entrato nel merito; ho più che altro parlato di metodo. Raramente mi ritrovo a commentare, ma ero stato mosso dall’arroganza, o supponenza, di una persona. La discussione è stata lunga e infruttuosa – non che mi aspettassi il contrario – tuttavia ripropongo alcuni concetti base. Ho ritenuto arrogante il fatto che il commentatore avesse enunciato di voler boicottare le farmacie che vendono rimedi omeopatici, dal momento che ognuno deve essere libero di curarsi e semmai di porre fine alla propria esistenza nella maniera che ritiene più dignitosa e umana. E non è arroganza la mia – al contrario, come invece mi è stato contestato – il voler affermare che non possa avvenire un boicottaggio, poiché il principio di bas