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Visualizzazione dei post da marzo, 2020

Disordine mondiale. Memorie del Coronavirus. Parte IV

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Nicolas Poussin, La peste di Ashdod (1630-31) La quarantena Come ho scritto più volte in questo testo, durante l'emergenza comparvero o ricomparvero una serie di vocaboli dimenticati. "Quarantena" fu forse quello più utilizzato, a cui si legavano altre espressioni come "clausura" e "lockdown". Collegato a queste espressioni, anche il termine "contenimento" conobbe una certa fortuna. Il concetto di quarantena aveva un'origine molto antica e nella Bibbia indicava in modo generico un periodo di quaranta giorni, durante il quale fare di solito penitenza. Nel corso del XIV secolo, invece, il termine fu impiegato per la prima volta a Venezia, nel contesto dei provvedimenti necessari ad arginare la diffusione della peste nera. Finivano dunque in quarantena viaggiatori, mercanti, ma soprattutto interi equipaggi. Un altro vocabolo collegato a quarantena e che tornò di moda ai tempi del Coronavirus fu "lazzaretto". Anche q

Disordine mondiale. Memorie del Coronavirus. Parte III

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John William Waterhouse, A Tale from Decameron (1916) L’Italia zona protetta I social, da subito, servirono anche ad altro. Prima però facciamo un passo indietro. Che cosa accadde il 9 marzo? Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, firmò il Dpcm che recava nuove misure per il contenimento e il contrasto del diffondersi del Coronavirus. Di fatto, furono estese le misure del Dpcm dell'8 a tutto il territorio nazionale: l'Italia diventava così "zona protetta". Da quel lunedì, furono vietate tutte le forme di assembramento (questo fu uno dei tanti termini ormai sdoganati nel discorso quotidiano): il 10 cominciò ad avere effetto il decreto, che sarebbe durato fino al 3 aprile. In poche ore, tutti i media furono invasi da una valanga di persone che ripetevano come un mantra la frase "Io resto a casa". Giornalisti, esperti a vario titolo, politici, celebrità, persone comuni. Furono soprattutto persone del mondo dello spettacolo a diventare