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Visualizzazione dei post da 2020

Considerazioni sul razzismo e sulla prospettiva storica

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Domingo Ulloa, Racism / Incident at Little Rock (1957) Esiste un solo razzismo o esso è un panorama sterminato? In qualche modo entrambe le risposte, come ebbi a scrivere in un altro post di questo blog ( qui ). Possiamo così individuare caratteristiche specifiche nella storia del razzismo di certi Paesi, che da un lato distinguono Stati come USA e Regno Unito, ma che – volendo ridurre ai minimi termini – li accomunano. Semmai, la storia dei due Stati, su questo tema particolare, ha preso strade diverse nel corso del Novecento, con il Regno Unito che ha fatto indubbiamente maggiori passi in avanti rispetto agli Stati Uniti. Non che il problema sia stato risolto una volta per tutte, anzi. Ciò che preme sottolineare ora è che le coordinate teoriche del razzismo siano fondamentalmente le stesse al di là delle manifestazioni locali. La differenza tra teoria e storia è che la prima esprime le linee generali, la seconda le applicazioni particolari. E non bisogna confondere i d

Disordine mondiale. Memorie del Coronavirus. Parte VII

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Gustave Courbet, L'onda (1870) La Fase Due Mentre cresceva l’impazienza per la riapertura del 4 maggio, pochi giorni prima scoppiò il “caso Bonafede”. Il neo vice capo del DAP (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria) inoltrò al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede un elenco di 456 boss mafiosi che chiedevano di poter essere scarcerati a causa dell’emergenza sanitaria. Di fatto, 376 riuscirono ad ottenere i domiciliari, tra cui il boss del clan dei Casalesi Pasquale Zagaria, per ironia della sorte finito a Brescia, una delle città più colpite dal Coronavirus. Questa notizia fece scalpore già da sé, poiché era chiaro che porre ai domiciliari queste persone significava mostrare debolezza da parte dello Stato (non giustificabile con generiche “ragioni umanitarie”) e rafforzare le mafie, che soprattutto in questa fase critica, disponendo di molta liquidità, avrebbero potuto “riconquistare” i quartieri più colpiti dalla crisi. Il 3 si aggiunse ulteriore

Non esiste il bianco e il nero

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La studentessa Vivian Malone entra all'Università dell'Alabama, per iscriversi alle lezioni come uno dei primi studenti non bianchi dell'istituzione. Razza, etnia e persecuzioni Il quinto e ultimo capitolo della saga di John Rambo, Rambo: Last Blood (2019, diretto da Adrian Grunberg), fu criticato per aver portato sullo schermo il razzismo verso i messicani. Poche settimane dopo l’uscita del film, a novembre, fece molto parlare la notizia dell’attacco di un gruppo di uomini a Bavispe, nello stato di Sonora, contro tre madri e i loro quattordici figli. Le vetture erano andate in fiamme; i corpi carbonizzati e alcuni fuggitivi uccisi. Nove i morti, tra cui sei bambini. La famiglia coinvolta, LeBaron, discendeva da un gruppo mormone che, nella prima metà del Novecento, era fuggita dagli Stati Uniti per le pressioni della Chiesa di Gesù Cristo dei santi dell’ultimo giorno, che intendeva reprimere la poligamia. Aveva così fondato una comunità in Messico, che a