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Visualizzazione dei post da luglio, 2018

L’immagine e la sua complessitĂ . Speculazioni artistiche sulle macchie di Rorschach

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Struttura delle tavole e ipotesi artistica La quarta tavola di Rorschach Lo psichiatra svizzero Hermann Rorschach (1884-1922) pubblicò alcune immagini del celebre test sulla personalitĂ  nel 1921. Il test si fondava su dieci tavole che presentavano macchie d’inchiostro su una superficie: cinque tavole in b/n, due in nero e rosso, tre a colori. Le macchie non rappresentano nulla, oppure tutto: non si possono dire davvero astratte, sebbene per alcuni l’interpretazione le renda tali. Eppure nel test di Rorschach non è importante solo l’interpretazione dell’immagine (il “che cosa” è rappresentato), ma anche se l’immagine sia vista come ferma o in movimento; come siano state interpretate le eventuali sfumature; su quali dettagli si sia concentrato il soggetto; quanto tempo sia stato impiegato e molto altro ancora. L’interpretazione della forma, per esempio, comunica allo psicologo il grado di connessione del soggetto con la realtĂ . Il colore, invece, come ben descritto da

Westworld. Un commento alla seconda stagione

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La prima stagione di Westworld era quasi un’opera a sĂ©, un lunghissimo film dai molteplici risvolti esistenziali, che però apriva le porte a nuovi scenari e a nuove questioni che nel peggiore dei casi possono dirsi filosofiche e altrimenti, di nuovo, esistenziali. Il sottotitolo della seconda stagione, invece, era non a caso The Door , dopo che la serie aveva sviscerato il significato del labirinto in molte sue implicazioni, non solo culturali e citazioniste (che sarebbe forse poca cosa), ma soprattutto simboliche. Nel secondo episodio, emblematica è la doppia visione, iniziale e finale, della metropoli notturna e del cantiere in costruzione nel deserto di giorno. Per utilizzare e reinterpretare la terminologia di William, si tratta di un’immagine speculare del desiderio dell’Uomo e della macchina, quest’ultima riflesso di un desiderio “primitivo” e “panico” di vivere, che non conosce limiti e sentimenti decadenti. Ma in tutto questo, il confronto – che è di necessitĂ  dua