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Visualizzazione dei post da giugno, 2018

La percezione della realtà. Dietro le apparenze di uno spazio globale

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In questo articolo parlerò di alcune opere di quattro artisti contemporanei, per discutere della linea sottile che nella società separa ciò che è manifesto da ciò che è dissimulato. Ma l’analisi si estenderà oltre l’àmbito sociale e parlerà di come sia possibile una conoscenza dello spazio di tipo verticale, che vada oltre il contingente e abbia un significato simbolico più esteso. Le quattro opere sono quindi state ordinate in modo tale da passare dalla realtà sociale alla realtà dell’intelletto. L'opera di J. Wall Partiamo da Jeff Wall e dalla sua Dead Troops Talk (a vision after an ambush of a Red Army Patrol, near Moqor, Afghanistan, winter 1986) del 1992. Si tratta di una fotografia, strumento utilizzato in questo caso quale mezzo di finzione: l’allestimento del set rappresentato richiese un anno e coinvolse esperti di effetti speciali, truccatori, costumisti e via discorrendo. L’immagine finale è frutto di un montaggio digitale, costituito da fotografie separate.

Maze Runner e Divergent. Due storie di una società tradizionale post-apocalittica

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Le saghe di Maze Runner e di Divergent descrivono due diverse distopie, questo perlomeno a livello schematico. Si tratta – a ben guardare – di due esempi di società post-apocalittiche suddivise in caste. Non si vuole dire che gli scrittori delle due saghe abbiano voluto intendere questo, ma che nel genere post-apocalittico (tanto in voga negli ultimi decenni) la prospettiva di una divisione in caste va oltre l’idea odierna di limitazione della libertà e risponde, se non altro, a ragioni pratiche e funzionali. Descriveremo rapidamente queste due trilogie, per poi approfondire il rapporto tra esseri umani in una società post-apocalittica che sceglie di suddividersi in diversi gruppi sociali. La saga cinematografica di Maze Runner cominciava nel 2014, basandosi sul romanzo The Maze Runner (2009) di James Dashner. Un gruppo di ragazzi, definiti “Radurai”, si ritrova privo di memoria all’interno di una radura, circondata da un labirinto. Da anni tentano invano di trovare un’us

I rischi della specializzazione e della settorialità

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La specializzazione è uno dei tratti caratteristici dell’odierna società occidentale. Soprattutto in àmbito scientifico, la ricerca è giunta ad un punto tale da aver portato i ricercatori a concentrarsi solamente su pochi aspetti della realtà, segnatamente quelli che coinvolgono appunto la loro indagine. D’altra parte, questa non è l’unica ragione di tale specializzazione, che infatti è entrata a far parte anche dei vari percorsi di studio, a partire almeno dalla scuola superiore. Così un indirizzo come quello classico appare oggi in forte crisi, poiché al contrario è strutturato per proporre una formazione di tipo “universale”. E lungi dal veder riconosciuta tale funzione, il liceo classico sta conoscendo un lento declino. Molti lo ritengono a conti fatti “inutile”, poiché non preparerebbe lo studente all’odierno mondo del lavoro; al contrario, altri sostengono che proprio la variegata formazione classica sia una marcia in più in questo mondo globale e che il problema, anzi, risieda