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Visualizzazione dei post da maggio, 2023

L'Odissea di Cormac McCarthy è già oltre le Colonne d'Ercole

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  Copertina della prima edizione Palgrave Macmillan Questa è una di quelle analisi che potrebbero proseguire all’infinito, con continue integrazioni, perché Il passeggero ( The Passenger , 2022) di Cormac McCarthy è una di quelle opere universali che al suo interno contiene tutta l’esistenza. In forma di simbolo, di ipotesi, di realtà scientifica e di fantasia. Ho compiuto questa lettura in tutta calma, durante un mio periodo di ferie, senza toccare alcun altro libro. The Passenger va letto in modo lento; richiede che si torni sulle sue pagine più volte: in molte parti può apparire oscuro, ma a ben guardare l’Autore è più chiaro di quanto il suo stile frammentario possa far credere. Il problema, semmai, è tutto nostro: presi spesso da letture che si accavallano e mescolano tra loro, in nome di poche impressioni sui social su uno dei titoli del momento, rischiamo di non capirci nulla e di imputare la colpa allo scrittore o di limitarci a un ridicolo «interessante». Nulla potrebbe esse

Un esperimento sociale nel condominio di Ballard

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  La copertina della prima edizione Ho letto Il condominio ( High-Rise , 1975) di J. G. Ballard nell’edizione Feltrinelli del 2007, che presenta una copertina con un particolare de La città nuova (1914) dell’architetto futurista Antonio Sant’Elia. Questi morì ad appena ventotto anni, nel 1916, combattendo sul fronte carsico, e la maggior parte dei suoi progetti non venne realizzata. Si attribuisce a lui l’idea di esporre gli ascensori sulle facciate, anziché tenerli nascosti, e il regista Fritz Lang si è ispirato alle sue architetture per la scenografia di Metropolis . Alcune delle intuizioni di Sant’Elia interessarono anche il gruppo olandese De Stijl e l’opera di Le Corbusier. Quest’ultimo, nella sua raccolta di saggi Vers une architecture (1923), delineava una città delle torri improntata all’efficienza, in cui il rapporto tra tempo libero e lavoro si faceva più serrato. A una certa quota, Le Corbusier prometteva «la calma assoluta e l’aria purissima». Secondo Ballard, propri

Biologia, orrore e progresso in H. G. Wells

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  Richard Powers, The Time Machine  (2018) Herbert George Wells non nacque in una famiglia aristocratica: fu grazie alle sue capacità e alle borse di studio che si laureò in biologia e zoologia. La sua vita si riassume nella ricerca: probabilmente, oggi Wells sarebbe un divulgatore scientifico con un canale YouTube molto seguito. Scriveva per diverse riviste, non solo scientifiche, e i suoi articoli assumevano anche un taglio propositivo: le sue idee diventavano uno stimolo per il dibattito tra esperti. Quando l’ipotesi andava molto oltre le conoscenze tecnico-scientifiche dell’epoca, ecco che la creazione fantastica prendeva il sopravvento. Vale la pena fare un parallelismo su questo punto. Un suo contemporaneo, H. P. Lovecraft (di cui ho scritto qui ), aveva a sua volta competenze, benché da autodidatta, in materie come la geologia. Negli scritti del Solitario di Providence non sono però presenti elementi volti a creare un “legame sentimentale” con il lettore e questo fu uno dei fa