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Visualizzazione dei post da settembre, 2022

Simboli storici e identità

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  Giovanni Fattori, Lo staffato  (1880 ca) L’umanità impara e disimpara a ogni generazione. Storia e memoria non possono, purtroppo o per fortuna, sostituire l’esperienza umana. Possono fornire un’indicazione e un modello, ma mai una legge inequivocabile. Questo è un tema che mi è molto caro: da anni ne scrivo sul blog ( qui , qui e qui ) e in questi mesi ci sono tornato, riflettendo sulla guerra, sulla morte di personaggi storici del Novecento, sulla crisi della democrazia occidentale (e su come dovremmo essere meno duri con noi stessi). Penso che la riflessione sulla memoria meriti più attenzione di quanta non le diamo, in modo superficiale, una volta all’anno.   Il 19 settembre 2022 si è tenuto il funerale della regina Elisabetta II d’Inghilterra. Per circa dieci giorni, i media italiani hanno parlato della morte della monarca in via quasi esclusiva. Viviamo in una repubblica, ma certo l’immagine di questa regina è entrata, in chiave pop, nelle teste di molti italiani, avendo

Monografie d'arte. Antonio Canova

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  Thomas Lawrence, Ritratto di Antonio Canova  (1815-19) Come furono i primi anni del giovane Canova?   Antonio Canova nacque a Possagno, nel trevigiano, nel 1757. Figlio di uno scalpellino, Pietro, il padre morì quand’era giovane: la madre, Angela Zardo, anch’essa parte di una famiglia benestante di scalpellini, si risposò con Francesco Sartori e Antonio fu affidato al nonno Pasino Canova, del mestiere di famiglia. Nel 1768, divenne protetto del senatore Giovanni Falier, che notandone il talento lo fece entrare nella bottega dello scultore Giuseppe Bernardi a Pagnano d’Asolo. Si trasferì poi a Venezia, dove frequentò l’Accademia e la Galleria Farsetti. Nel 1775, aprì un suo studio nel chiostro di Santo Stefano a Venezia e qualche anno dopo lo trasferiva a San Maurizio. Nel 1778 realizzò il gruppo Dedalo e Icaro per Pietro Vettor Pisani, procuratore di San Marco, che fu esposto alla fiera della Sensa, la festa dell’Ascensione di Cristo. Con i cento zecchini guadagnati, poté

Monografie d'arte. Jacques-Louis David

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  Jacques-Louis David, Autoritratto  (1794) In che ambiente nacque David e come fu la sua formazione?   Nato a Parigi nel 1748, Jacques-Louis David faceva parte di una famiglia agiata, legata al commercio. Morto il padre, la madre lo lasciò ai suoi parenti, borghesi parigini occupati nel settore edile. Nel 1766, entrò nella É cole Royale des É lèves Protégés, grazie all’interessamento dei pittori François Boucher e Joseph-Marie Vien. Le prime opere di David risentono delle composizioni di Boucher e dei suoi preziosismi rococò, ma presto fu Vien, tra gli iniziatori del gusto neoclassico, a influenzarlo. Il giovane ottenne il Prix de Rome dipingendo Erasistrato alla scoperta della causa della malattia di Antioco , e il premio della scuola gli permise di recarsi all’Accademia di Francia, a Roma, di cui Vien era divenuto direttore. Nella città rimase dal 1775 al 1780: lo studio di Michelangelo, Raffaello, Caravaggio, Guido Reni e i Carracci, unitamente alla copia in disegno delle