Appunti sul potere della classe media
Euripide, Supplici: «Tre sono le classi dei
cittadini: i ricchi sono inutili e desiderano avere sempre di più; quelli che
non hanno mezzi di sussistenza sono temibili, poiché si lasciano prendere
dall'invidia e ingannati dalle lingue dei capi malvagi lanciano strali contro i
possidenti. In conclusione: delle tre parti quella che sta in mezzo salva le
città, custodendo l'ordine che essa dispone».
Henry Ford: «Meno male che la popolazione
non capisce il nostro sistema bancario e monetario, perché se lo capisse, credo
che prima di domani scoppierebbe una rivoluzione».
Dalla rivoluzione francese, la
classe media ha potuto stabilire la sua forma di governo. Tra i tecnicismi
affidati a pochi adepti e una maschera di morale libertaria a nascondere il dispotismo,
siamo giunti alla conferma che la massa si conserva. “Nulla si crea, nulla si
distrugge, tutto resta così com'è”.
Le lingue dei capi
Intellettualmente, al momento,
la classe media è condizionata “dalle lingue dei capi”. I capi sono persone o
gruppi che, distaccatisi da quella stessa classe media, ne sono diventati l’élite.
La classe media salva la città e il suo governo; ma non si tratta di armonia
per il bene comune, è sottomissione egoistica, per non perdere nemmeno il più piccolo guadagno personale.
Questo atteggiamento egoistico ha condizionato il rapporto tra i cittadini e con i valori fondanti del sistema. Oggi, per esempio, si confonde la libertà di
espressione con il diritto a poter dire falsità: posso accettare di ascoltare
il tuo punto di vista, ma nel momento in cui a livello logico ed umano
arriviamo ad una provvisoria (quanto concreta, quindi fruibile) verità, non è
più accettabile il tuo persistere nell'errore. Chi fa un danno alla verità
fallisce come uomo e trascina con sé chi ha condizionato con la sua
ostinazione.
Ci troviamo davvero nel mondo
in cui nulla si crea e nulla si distrugge. C’è stato il tempo dell’ultima distruzione
nel mondo occidentale: è soprattutto il caso della decristianizzazione (che non intendiamo dal punto di vista meramente religioso) e del
qualunquismo (frutto del relativismo etico). Al loro posto abbiamo ottenuto la
società dei consumi; il laicismo degenerato in fede religiosa; il mito del
superuomo alla portata di tutti, mascherato da una cornice democratica in un sistema liberale scellerato.
Eppure sembra che questo (dis)ordine di cose sia ancora destinato ad una lunga vita. Nonostante i segnali di declino, tale sistema ha una eccezionale capacità di rimandare la propria fine (fine di cui abbiamo prospettato qui l'inevitabilità e le potenzialità).
Eppure sembra che questo (dis)ordine di cose sia ancora destinato ad una lunga vita. Nonostante i segnali di declino, tale sistema ha una eccezionale capacità di rimandare la propria fine (fine di cui abbiamo prospettato qui l'inevitabilità e le potenzialità).
Ad ogni modo, niente di tutto
questo è in grado di soddisfare ancora a lungo la volontà di ricerca dell’Uomo verso forme sempre diverse di realizzazione della libertà fisica e spirituale, tanto che
una minoranza sempre più grande sta cominciando a sentire un richiamo –
ancora confuso da tanti decenni di sonno – verso lo spirito e la sacralità, che ci appaiono quale unico fondamento per una società nuova e soprattutto duratura. Senza cadere nell'errore di credere banalmente che lo spirito possa esprimersi solo in una religione, invertendo causa ed effetto.*
*Appunti parziali e non organici.
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