Tutto Roy Mann nell'edizione NPE

 


In questi anni, Edizioni NPE sta ripubblicando le opere di Attilio Micheluzzi, uno dei miei fumettisti preferiti. Lo lessi per la prima volta in uno speciale monografico della Bonelli (Avventura Magazine del 23.05.2015), nel quale scoprii le sue storie da appassionato di aeronautica, di avventura e di esplorazioni alla Conrad.

Di recente, mi è capitato di leggere il libro NPE del 2021 dedicato a Roy Mann, un personaggio scritto da Tiziano Sclavi e disegnato da Micheluzzi. Il volume contiene le tre storie che apparvero nella rivista Comic Art: In uno strano mondo (nn. 34-39 del 1987); Orizzonti di gloria (nn. 43-45 del 1988); Quante volte tornerai (nn. 78-80 del 1991).

 

La particolarità di Roy Mann risiede nella capacità di mescolare generi diversi, esplorando alcuni tropi classici dell’avventura, della fantascienza e del poliziesco.

Accanto alla celebrazione dell’immaginario fantastico degli anni Trenta del Novecento, si colloca anche una sottile ironia su certe scelte narrative che non hanno decisamente superato la prova del tempo. Mi riferisco, per esempio, all’insistita nudità del personaggio di Lara: al principio, è da considerarsi un tributo alla narrativa di genere degli anni Venti e Trenta, ma presto la scelta si trasforma in una parodia sancita dal “bikini invisibile”.

 

Le storie seguono Roy Mann, un disegnatore di fumetti che si ritrova all’improvviso immerso in un universo fantastico e surreale. Roy non sa se ciò che vive sia frutto della sua immaginazione, di un sogno o di un incidente che lo ha portato in un’altra dimensione.

Questo espediente narrativo consente a Sclavi di mescolare i confini tra realtà e fantasia, costruendo un mondo che si reinventa di continuo e in cui tutto è possibile. Con “tutto” intendo anche uno stereotipato cattivo cinese (ispirato al Ming di Alex Raymond) che parla napoletano in sella a uno scooter e che, proseguendo nella storia, si rivela essere qualcosa di ancora più inaspettato.

Le avventure di Roy Mann sono un omaggio esplicito ai grandi classici della fantascienza e dell’avventura pulp, con un’estetica retrò ispirata a Flash Gordon, ma anche ai racconti di H. G. Wells e di Edgar Rice Burroughs. Roy si muove tra mondi alieni, società utopiche e distopiche, creature mostruose (per esempio una sorta di Blob sui generis) e scenari di guerra, incontrando una galleria di personaggi eccentrici e memorabili (lo scambio più spassoso – a mio modesto parere – è quello dedicato allo Yeti!).

 

Una delle tematiche centrali di Roy Mann è il continuo dialogo tra realtà e immaginazione: Sclavi utilizza il personaggio del disegnatore di fumetti come pretesto per riflettere sul processo creativo e sulla natura stessa della narrazione. Roy è sia protagonista che autore (o supposto tale) delle sue avventure, creando un giocoso scambio meta-narrativo in cui il lettore è invitato a interrogarsi sul potere della fantasia.

Al contempo, il viaggio di Roy è una fuga dalla realtà, una metafora del desiderio di rifugiarsi in mondi più appaganti e immediati, distanti dalla complessità del reale. Ciò non significa che determinate tematiche non emergano comunque: penso all’assurdità di una guerra fratricida tra statunitensi (che è per estensione la narrazione dell’assurdità di ogni guerra).

 

Il contributo di Micheluzzi è fondamentale per il successo del fumetto: il suo tratto elegante e raffinato si adatta alla perfezione all’estetica retrò della storia, evocando un senso di nostalgia per i vecchi fumetti del genere. Micheluzzi dà vita ai mondi immaginari di Roy Mann con una capacità straordinaria di alternare sequenze dinamiche e momenti più introspettivi.

Certo, il fumetto ha un approccio meta-narrativo che potrebbe non piacere a tutti i lettori; inoltre, diversi momenti risultano davvero surreali e al limite di ogni credibilità. Il ritmo irregolare non facilita in tal senso, ma forse è anche questa frenesia descrittiva e questo accavallamento di situazioni a rendere avvincente la storia. L’edizione a colori di NPE è peraltro capace di riprendere le tavole di Micheluzzi per creare una continuità tonale che armonizza le storie.

Per questa ragione, lo consiglio agli appassionati di fumetti surreali e di fantascienza, ma non solo di fumetti: infatti, una delle principali fonti d’ispirazione di Sclavi per questo personaggio è l’opera Assurdo universo di Fredric Brown, un romanzo citato in maniera esplicita: «[…] tutti gli universi concepibili esistono… e io posso sceglierne uno migliore di quello che ho lasciato...».

Nel romanzo di Brown, era l’esplosione di un razzo a condurre il protagonista in un universo parallelo… qui, è una più domestica caffettiera!

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