Giorgio Monicelli e la fantascienza italiana raccontata da Luigi Cozzi


Il primo dei quattro volumi che Luigi Cozzi ha dedicato alla storia di Urania e della fantascienza italiana è in larga parte dedicato a Giorgio Monicelli, che coniò il termine “fantascienza” e fu il creatore della rivista e il primo direttore “informale” dei Romanzi di Urania.

L’Autore inizia con un’analisi dettagliata dell’Italia del secondo dopoguerra, sottolineando poi come il genere venisse considerato di bassa qualità e fosse pensato principalmente per i giovani.

 

Prima di arrivare a Monicelli, il testo è ricco di interviste, elenchi di pubblicazioni e informazioni su coloro che svilupparono il genere tra gli anni Quaranta e Cinquanta. La prima rivista sci-fi italiana uscì nell’aprile del 1952 per le Edizioni Krator di Roma e si intitolava Scienza Fantastica. Era gestita dall’italoamericano Vittorio Kramer e, soprattutto, dall’amico Lionello Torossi. I due contavano di portare nella Penisola il grande successo che la fantascienza aveva avuto negli Stati Uniti.

 

Nell’estate dello stesso anno, uscì poi il quindicinale Mondi Nuovi: il progetto era sotto il controllo dell’Editrice Diana di Roma, proprietà di Gabriele Goggi, e la direzione era affidata a Eggardo Beltrametti.

Al suo interno trovavano spazio anche i fumetti e gli scrittori italiani, che pubblicavano con pseudonimi stranieri. Si rivolgeva ai giovanissimi e sfruttava la popolarità del cinema sci-fi. Sia Mondi Nuovi che Scienza Fantastica ebbero tuttavia vita breve.

 

In quel 1952, la Mondadori lanciava il progetto Urania, portato avanti quasi esclusivamente da Giorgio Monicelli, il quale reperiva e selezionava i testi, li traduceva in tempi record e curava ogni dettaglio delle pubblicazioni.

Il libro di Cozzi esplora la sua figura attraverso numerose interviste a parenti, amici e colleghi: una storia a tratti toccante, che mostra la lungimiranza di Monicelli, ma anche il modo in cui finì stritolato dalle dinamiche editoriali e personali della Mondadori.

 

Consiglio la lettura ai veri appassionati di fantascienza, anche per scoprire l’evoluzione culturale del genere nel nostro Paese. In certi passaggi, il testo è invecchiato male e ci sono non poche ridondanze, ma merita una lettura già solo per il suo prezioso valore documentale.

Del periodo pre-Monicelli ho già parlato in due articoli della rubrica FutureScope italiano, sul sito Alchill Studios (Gli antesignani della fantascienza italiana e Non solo Urania. La svolta degli anni Cinquanta): a breve, uscirà un terzo articolo dedicato all’avvento di Urania!

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