Monografie d'arte. Walter Gropius
Walter Gropius nel 1955, fotografato da Hans G. Conrad |
Che cosa contraddistingue la sua biografia?
Walter Adolph Gropius nacque a Berlino
nel 1883, in una famiglia di architetti: a sua volta, studiò architettura a
Monaco e a Berlino. Conclusa l’università, lavorò a Berlino per l’architetto e
designer Peter Behrens; dal 1911 aprì un proprio studio, nel quale lavorò in
collaborazione con Adolf Meyer fino al 1925.
Proprio nel 1911, fu incaricato della
progettazione e realizzazione delle Officine Fagus, ad Alfeld, destinate ad
entrare nella lista dei patrimoni mondiali dell’umanità dell’UNESCO (2011).
Insieme a Meyer, nel 1914 progettò il
padiglione della Deutscher Werkbund (“Lega tedesca artigiani”), per
l’esposizione di Colonia, una sorta di celebrazione dell’élite industriale
tedesca.
Partecipò alla prima guerra mondiale, ma
fu durante una licenza che conobbe Alma Mahler Schindler, la vedova del
compositore Gustav Mahler, che divenne sua moglie. I loro due figli, una
femmina e un maschio, morirono entrambi precocemente. Forse anche a causa di
questi lutti, la coppia divorziò nel 1920.
Walter Gropius nel 1919, ritratto da Louis Held |
Durante gli anni della guerra, Walter
Gropius aveva tentato di dirigere la scuola d’arte applicata di Weimar, con
l’obiettivo di porre in relazione l’architettura, le arti applicate e il mondo
dell’industria. Dopo una serie di confronti con i responsabili dell’istituto e
con il ministero del Granducato di Sassonia, riuscì a rifondare la scuola, nota
come Bauhaus (“Casa del costruire”), nel 1919. Si trattò di una fusione tra
istituti diversi, che portò a riunire in un’unica struttura l’accademia d’arte
e la scuola di arti e mestieri.
Nello stesso anno, uscì il Manifesto e programma del Bauhaus statale di
Weimar, curato dallo stesso Gropius, che rielaborava il concetto di
Gesamtkunstwerk (“opera d’arte totale”) e lo legava ad un’arte che fosse utile
al cittadino anche su un piano pratico. Il Bauhaus rifletteva un’ideologia
democratica, con forti influenze socialiste, che mirava a costruire una nuova
società tedesca, pragmatica ed egualitaria.
Nel 1919, inoltre, conobbe Theo van
Doesburg, fondatore della rivista ‘De Stijl’, che aveva aperto le porte al
Neoplasticismo (1917), incentrato su un’arte non figurativa e geometrica: van
Doesburg divenne docente al Bauhaus, che fu quindi influenzato dal movimento
neoplastico (fino ad allora l’influenza principale proveniva
dall’Espressionismo).
Nel 1923, si tenne un’esposizione a
Weimar: Gropius tenne una serie di conferenze sul rapporto tra arte e tecnica.
Per l’esposizione, fece lavorare tutta la scuola al progetto della Haus am Horn, una casa progettata da
Georg Muche, che presentava moltissime innovazioni, dalla razionalizzazione
degli spazi (che aboliva i corridoi) agli accorgimenti dell’arredo, con
l’inserimento di elettrodomestici di ultima generazione.
Walter Gropius con Harry Seidler, a Sydney, nel 1954, fotografati da Max Dupain |
Contrasti con i politici di Weimar
portarono la scuola a spostarsi a Dessau (1925). Gropius progettò il nuovo
edificio della scuola, insieme alle unità abitative per studenti e professori:
si trattò di un vero e proprio manifesto del razionalismo architettonico. Si
abbandonò l’influenza espressionista e non furono più previsti nemmeno i
docenti artigiani. Un maggiore interesse fu invece dato all’insegnamento dell’architettura.
Tra il 1926 e il 1928, realizzò il
quartiere (Siedlung) di Dessau-Törten, un altro emblema dell’urbanistica
razionalista; nel 1927, progettò il Total Theatre di Erwin Piscator, mai
realizzato, che prevedeva palco e spalti mobili, che portavano a configurazioni
diverse a seconda della funzione dello spazio (conferenza, concerto,
rappresentazione teatrale).
Con il desiderio di allontanarsi dalla
scuola per poter diffondere le proprie idee in àmbito artistico, Gropius lasciò
la direzione della Bauhaus a Hannes Meyer, che fu a sua volta sostituito nel
1930 da Ludwig Mies van der Rohe, ultimo direttore fino alla chiusura avvenuta
nel 1935 per le pressioni naziste, che imponevano alla scuola di adottare
programmi di orientamento nazionalsocialista.
Gropius, dal suo allontanamento nel
1928, cominciò a lavorare a Berlino, per poi spostarsi a metà degli anni Trenta
a Londra, insieme a Maxwell Fry, finché nel 1937 fu chiamato negli Stati Uniti,
divenendo così il direttore della sezione di architettura di Harvard. In
seguito organizzò a New York la mostra ‘Bauhaus 1919-1928’ (1938). Collaborò
negli anni successivi con Marcel Breuer.
Nel 1946 fondò con ex allievi lo studio
TAC (The Architects Collaborative): costruì il Graduate Center di Harvard
(1950) e l’ambasciata statunitense ad Atene (1956).
Walter Gropius morì a Boston nel 1969: dieci anni dopo, su un suo progetto, fu realizzato un archivio del Bauhaus con sede a Berlino.
Che cosa si può dire sul suo stile e sulle teorie artistiche?
Gropius fu uno degli architetti moderni
più importanti. Non si occupò solo di progetti e realizzazioni, ma diede anche
molta importanza alla didattica e alle conferenze, che permisero di far
conoscere alle nuove generazioni i princìpi del razionalismo. Per Gropius, non
era possibile concepire un’architettura che non tenesse conto di tutti i suoi
elementi, dall’industrial design all’urbanistica.
Il "sigillo" del Bauhaus dal 1922, disegnato da Oskar Schlemme |
La sua attività di teorico non è
secondaria. Nel 1935 uscì a Londra La
nuova architettura e il Bauhaus: definì le regole della Nuova Architettura
razionale, che aveva l’obiettivo ultimo di ridurre i costi e di migliorare le
condizioni di vita delle persone. In questo cambiamento, era fondamentale
l’istituzione di una scuola che permettesse lo scambio di idee e l’interazione
tra le varie specializzazioni.
Estetica e conoscenza dei materiali si
fondevano. L’estetica abbandonava gli ornamenti superflui per evidenziare le
caratteristiche della struttura: si dovevano adottare soluzioni essenziali. Le
tecniche costruttive venivano innovate: la funzione portante era spostata dai
muri ai pilastri sottili; aumentavano le superfici trasparenti e lisce, per una
maggiore illuminazione, per dare un senso di leggerezza e per renderle più
semplici da pulire; la copertura dell’edificio diveniva piana, rendendo più
semplice la progettazione dei volumi delle stanze; si doveva infine prevedere
un’eventuale estensione della struttura, che non doveva trascurare anche gli
elementi naturalistici.
Gropius vedeva con favore la
meccanizzazione e pensava che essa potesse rendere l’uomo maggiormente libero
di dedicarsi ad attività più elevate. La produzione di massa non era vista in
negativo: essa permetteva di produrre oggetti di uso comune in forme standard
ed essenziali, che riflettevano le forme purificate dell’individualismo, ovvero
la trasformazione del soggetto nel suo essere più autentico, razionale.
Per Gropius, dunque, era necessario
introdurre i processi industriali in architettura, poiché era l’industria a
produrre materiali con standard di uniformità e di qualità, a differenza della
produzione artigianale. La costruzione era realizzata per mezzo
dell’assemblaggio a secco, che permetteva di unire componenti diverse tramite
giunzioni di tipo meccanico, quindi senza collanti e sigillanti. L’edificio
doveva restituire un’immagine di leggerezza e a questo scopo gli ornamenti si
riducevano a forme geometriche, ordinate e sintetiche.
Frontespizio del Manifesto del Bauhaus |
Quali sono le opere fondamentali?
Ci sono alcuni edifici progettati e realizzati
da Gropius che segnarono una svolta per l’architettura e furono gli esempi più
chiari delle idee dell’architetto tedesco.
Officine Fagus (1911)
Le Officine Fagus ai giorni nostri |
Si tratta di una fabbrica di forme per
scarpe, progettata da Gropius e Meyer e situata nella periferia di Alfeld an
der Leine, in un ambiente naturale.
I due progettisti furono influenzati dal
maestro di Gropius, Peter Behrens, che aveva realizzato in quegli anni la
Fabbrica di turbine della AEG, a Berlino. Una prima distinzione riguarda
tuttavia gli angoli dei due edifici: Behrens utilizzò i mattoni, mentre per le
Officine Fagus fu impiegato il vetro (fu questa una soluzione poi ampiamente
utilizzata da Gropius).
Inoltre, Behrens realizzò una struttura
monumentale, massiccia, mentre Gropius e Meyer optarono per “alleggerire”
l’edificio, ponendo le vetrate in aggetto rispetto alla parete di mattoni, in
modo tale da dare un senso di sospensione. L’unico elemento a emergere da
questa compostezza formale fu il camino, ma ciò avvenne per ragioni pratiche.
La fabbrica di turbine della AEG, progettata e realizzata da Peter Behrens |
La sede del Bauhaus a Dessau
(1925-26)
L'edificio principale del Bauhaus |
La struttura è articolata in due
parallelepipedi: un edificio per le lezioni teoriche e uno per quelle pratiche.
I due edifici sono collegati da un altro corpo sospeso nell’aria e retto da
pilastri in calcestruzzo armato, che accoglie gli uffici. Un’ulteriore
palazzina a cinque piani, sede delle camere degli studenti, è situata vicino
alla struttura principale ed è collegata ad essa da un corpo di fabbrica più
basso.
Il corpo adibito ai laboratori |
Le finestre sono utilizzate in maniera
funzionale: i laboratori prevedono ampie vetrate per una completa
illuminazione; gli uffici hanno invece finestre orizzontali a nastro; le stanze
degli studenti finestre e portefinestre a L, che aprono su piccoli balconi.
Interni del Bauhaus di Dessau, con le sedute di Breuer |
Gli elementi decorativi sono aboliti:
gli unici materiali visibili sono il vetro, il ferro e l’intonaco bianco.
Un’innovazione introdotta da Gropius fu l’“angolo di vetro”, ovvero
l’estensione delle vetrate fino agli angoli degli edifici, grazie all’utilizzo
del calcestruzzo armato, che reggeva la struttura in piccoli pilastri
dall’interno, lasciando libera la parete per la realizzazione di una vetrata.
Questo modo di costruire fu definito a “pianta libera”, poiché le pareti
perdevano la loro staticità e potevano essere disposte liberamente da parte del
progettista. Per Gropius e per i razionalisti tedeschi, le strutture a vetrate
continue avevano anche una funzione ideologica: edifici trasparenti
riflettevano la chiarezza di pensiero e, applicati a strutture come le
fabbriche, impedivano lo sfruttamento dei lavoratori.
Gli alloggi degli studenti |
Quartiere (Siedlung) di
Dessau-Törten (1926-28)
Il quartiere era situato alla periferia
di Dessau. Prevedeva case a schiera a due piani, con un orto privato sul retro,
per richiamare la necessità di un nuovo rapporto tra l’ambiente urbano e quello
naturale.
La grandezza massima delle abitazioni
era di 75 m²: ritornavano le finestre a nastro, l’utilizzo dell’intonaco bianco
per le pareti e il tetto piano. Gli arredi, infine, erano stati realizzati nei
laboratori del Bauhaus.
Il quartiere all'epoca della sua costruzione |
Tuttavia, queste costruzioni rivelarono
un impiego errato dei materiali di costruzione: nel corso degli anni, i
serramenti disperdevano troppo calore, l’intonaco si scrostava facilmente per
la mancanza di cornicioni, il tetto era isolato male e questo faceva filtrare
l’acqua. Per tali ragioni, gli abitanti modificarono singolarmente le proprie
abitazioni, tanto che oggi il quartiere risulta piuttosto cambiato rispetto al
progetto originale di Gropius.
Gropius House (1938)
Gropius House nel 1938 |
L’architetto tedesco, ormai stabilitosi
negli Stati Uniti, progettò e realizzò la propria casa a Lincoln, in
Massachussetts. Il luogo stesso in cui si situa è significativo, poiché la
Baker Bridge Roads era la strada che portava dalla città di Lincoln alla
periferia rurale. La casa, in particolare, è situata su una collina e ancora
oggi è circondata da un parco e dai boschi. Le abitazioni dei dintorni furono
disegnate sempre da Gropius, in collaborazione con due soci, Marcel Breuer e
Walter Bogner.
L’architetto aveva costruito la propria
casa già a Dessau; la casa di Lincoln ne richiamò alcuni elementi: semplicità
della linea, sviluppo orizzontale dell’edificio con finestre a nastro,
connessione tra abitazione e ambiente naturale.
Forse proprio per il fascino rispetto
agli ampi spazi naturali americani, Gropius adattò l’abitazione in funzione di
una migliore “immersione” nell’ambiente circostante. Per esempio, il portico
coperto servì a ripartire il terreno intorno alla casa in zone differenti: si
trattava di un modo per razionalizzare lo spazio esterno partendo da diverse
prospettive dall’interno.
Gropius diede molto valore al giardino:
piantò novanta giovani meleti, selezionò diverse piante trapiantandole dalla
vicina foresta (pini, olmi, faggi americani, etc.), si ispirò infine al paesaggio
del New England e dispose massi e creò tralicci per far crescere le rose
rampicanti.
Scalinata all'interno della Gropius House |
Gli interni furono arredati sul modello
del Bauhaus, facendo interagire design e industria. Molti sono i mobili e gli
oggetti di design ispirati a Marcel Breuer, dalle poltrone a un letto
convertibile, che utilizzavano materiali tipici del Bauhaus come la tela e gli
elementi tubolari.
Si realizzava così quello che Gropius chiamò Lo scopo dell’architettura totale (1956): un’unione tra la tradizione costruttiva ed estetica locale e le innovazioni dell’architettura contemporanea, tra industria, artigianato e natura.
Veduta della Gropius House dal giardino che la circonda |
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