Quei seguiti letterari che non convincono, ma non deludono. Alice attraverso lo specchio


Qual è il seguito letterario che non ti ha convinto?

 

Per me è Alice attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò (1871). La protagonista entra in un mondo rovesciato e la trama è strutturata come una partita a scacchi. Il pedone Alice incontra figure che rappresentano un pezzo o una fase del gioco e le loro azioni sono legate a movimenti strategici.

Tra i simboli che spiccano maggiormente, lo specchio rappresenta l’inversione della realtà, uno spazio in cui le regole non sono quelle ordinarie. I personaggi incarnano riflessioni sul tempo, l’identità e la logica: il Cavaliere Bianco rappresenta la creatività e il sacrificio; Tweedledum e Tweedledee la dualità e la confusione tra realtà e finzione, e via discorrendo.

 

Come nel primo romanzo, Carroll affronta il tema generale del percorso che conduce all’età adulta e il gioco strategico funge da espediente per raffigurare gli imprevisti e le assurdità del cammino di crescita, che culmina nella “promozione” a regina.

Le trovate narrative non mancano, ma ho trovato la storia macchinosa. Penso che l’idea di muoversi su una scacchiera ideale abbia reso la scrittura più farraginosa e il continuo ricorso a parti versificate esaspera il lettore. Certo, non si possono non apprezzare figure come Humpty Dumpty, il quale affronta il tema del significato delle parole e dell’uso della logica stringente.

 

Il problema forse è proprio questo: la ricchezza linguistica strabordante (giochi di parole, proverbi, filastrocche), che a tratti sommerge il lettore. Per una trovata geniale come la poesia nonsense Jabberwocky ci sono numerosi passaggi minori che stordiscono. Almeno, questa è stata la mia esperienza. Intendiamoci però: per quanto mi riguarda, Alice attraverso lo specchio è un seguito che non convince, ma che allo stesso tempo non delude.

A margine, consiglio la lettura del romanzo breve La scacchiera davanti allo specchio (1922) di Massimo Bontempelli, che, oltre a trarre spunto da Carroll, è un modello compiuto di scrittura surrealista, una riflessione sulla realtà “più vera” che solo lo specchio riesce a manifestare a un giovane protagonista.

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