Fantascienza giordana. Paradiso in Terra di Fadi Zaghmout
Paradiso in Terra (Future
Fiction) dello scrittore giordano Fadi Zaghmout si presenta come un
romanzo-contenitore, una raccolta di quesiti intorno alle conseguenze di un
mondo in cui la vita è diventata potenzialmente eterna. Nella Giordania del
2090, grazie alla biotecnologia, l’invecchiamento è stato sconfitto da una
«cura magica contro i segni del tempo», una pillola dorata che rivitalizza le
cellule del corpo tramite migliaia di nanobot.
Come è possibile immaginare che
persone odiose possano continuare a esistere senza limiti d’età? E che cosa
comporterebbe vivere in una società composta da persone che si attaccano alla
vita, senza mai davvero viverla in tutte le sue assunzioni di responsabilità?
Sono alcune domande che
attraversano tutto il romanzo, coinvolgendo in particolare il personaggio di
Janna. Dovere civico e morale da un lato e libero arbitrio dall’altro si
scontrano in questa narrazione, con ripercussioni sulla vita quotidiana delle
famiglie.
Nel romanzo, ci sono tecnologie
utili a risolvere problemi, ma certi personaggi appaiono ostinati nel remare
contro l’innovazione. Altri, invece, la mettono in ridicolo, come nel reality
sul ringiovanimento o come accade alla figura del marito di Janna, Zayd. La
tecnologia viene dunque plasmata non per migliorare la propria vita o quella
altrui, ma per renderla più piacevole.
Si discute poi di maternità, di
ricomposizione del nucleo familiare, di rapporti intergenerazionali. Sullo
sfondo, il ruolo della religione, che condiziona le regole della società e la
coscienza dei personaggi.
Per un’analisi approfondita del libro, vi invito a leggere il mio articolo su Carmilla on line!
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