Il culto di Adolf Hitler nella Germania delle superstizioni
Il fenomeno dell’occultismo nazista è sia
storico che culturale: Adolf Hitler non fu soltanto il leader politico del
Terzo Reich, ma anche una figura venerata e mitizzata attraverso un culto della
personalità orchestrato ad arte. Seguendo la distinzione dello storico Eric
Kurlander, idee e pratiche soprannaturali naziste si dividevano in tre
categorie: la prima riguardava la religione ariogermanica con i suoi miti; la
seconda l’occultismo, spaziando dalla teosofia all’ariosofia; la terza
coinvolgeva le “scienze di confine”, dall’astrologia alla parapsicologia.
A partire dalla fine del XIX secolo, in
area tedesca si sviluppò un crescente interesse per l’occulto, permeando
diversi strati sociali e diventando un fenomeno trasversale. Proliferavano
riviste di settore, in maniera molto più marcata rispetto ad altri Paesi come
Francia e Inghilterra. Periodici come Il pugno del padrone e Il
vampiro alimentarono una visione della vita impregnata di superstizioni e
di complotti. Alla divulgazione si affiancò presto la pratica e nacquero ordini
ispirati alle società segrete come quello degli Armani, dei Nuovi Templari e
dei Germani.
In particolare, Guido von List promuoveva
l’idea di un’antica religione, che combinava le teorie di Helena Blavatsky a
elementi del paganesimo norreno e all’ideologia ariana. In parallelo, Jörg Lanz
von Liebenfels, nella rivista Ostara, sosteneva la supremazia della
razza ariana su tutte le altre, attraverso interpretazioni arbitrarie dei
reperti archeologici e dei testi della letteratura. L’ariosofia pose in questo
modo le basi per le successive politiche eugenetiche del Terzo Reich.
Un altro pilastro del rinnovamento
spirituale tedesco provenne dalla cosiddetta Lebensreform, la “riforma della
vita”, un movimento che mirava a curare i mali dell’esistenza moderna con stili
di vita alternativi quali il vegetarianesimo, la magnetoterapia e la medicina
naturale, pratiche in seguito condivise da importanti gerarchi quali Hess,
Himmler e lo stesso Hitler. Per capirci, all’indomani della presa del potere, il
Führer fece controllare la Cancelleria del Reich da un rabdomante, al fine di
individuare i raggi letali cancerogeni.
Un passaggio fondamentale nella storia di
queste credenze è la fondazione della Thule Gesellschaft, a Monaco di Baviera,
divenuta nel 1918 una società occultistica. Il gruppo prendeva il nome dalla
mitica isola di Thule, ritenuta la patria originaria degli ariani. Tra i membri
vi erano figure influenti dell’alta società tedesca, intellettuali e futuri
aderenti all’NSDAP, il partito di Hitler.
Il gruppo era radicato nell’ideologia
völkisch, una corrente che combinava nazionalismo, razzismo e il ritorno a
idealizzate radici germaniche. I membri della Thule praticavano rituali e
credevano nella missione di purificare la razza ariana, combattendo in
particolare le influenze ritenute “degeneranti” dell’ebraismo e del comunismo.
Meno documentata della Thule, tanto da non
essere forse mai esistita, la Vril Gesellschaft si ispirò al romanzo The
Coming Race del 1871, in cui l’autore, Edward Bulwer-Lytton, descrive una
razza che impiega un’energia chiamata Vril per dominare il mondo. Secondo lo
storico Nicholas Goodrick-Clarke, la società corrisponderebbe a un settore del
cosiddetto “Gruppo di lavoro del Reich”: i membri della setta credevano di
poter sfruttare il Vril per raggiungere una supremazia tecnologica e spirituale,
in una ricerca che si protrasse inutilmente fino al 1945.
Società di questo genere alimentavano una
narrativa mitica e fungevano da piattaforme di reclutamento e networking per il
nascente movimento nazista. Nei primi anni Venti, la NSDAP sponsorizzava
festival del solstizio ed eventi dello Yule: già nel 1922, il partito aveva
assorbito alcune delle più influenti organizzazioni antisemite, nazionaliste e
neopagane. La NSDAP acquisiva sicurezza e ruppe persino con la Thule, adottando
una dottrina politica e ideologica molto elastica sotto il profilo soprannaturale.
Un aspetto curioso del discorso riguarda la lotta all’occultismo, operata dal regime una volta ottenuto il potere. Non si trattò di una vera repressione, ma di un accentramento di potere. Una prima ondata contro l’occulto venne gestita dalla Gestapo per volontà di Pelz, tra il 1937 e il 1938. Nel giugno 1941, prese corpo anche l’Aktion Hess, un tentativo di distinzione tra l’occultismo commerciale, dannoso per i tedeschi, e quello “scientifico”, promosso dai vertici. I membri del cosiddetto “circolo Ludendorff” promossero anche una crociata proto-illuminista contro l’occulto, ma si resero presto conto che il regime stesso non intendeva agire con determinazione. D’altra parte, nella sola Berlino, nel 1943, si stimavano più di tremila lettori di tarocchi: la superstizione regnava tanto nelle campagne quanto nelle grandi città tedesche.
La costruzione del culto della personalità
di Adolf Hitler fu un processo orchestrato con meticolosità dal regime. Il
leader venne presentato come una figura quasi divina e infallibile, tramite una
combinazione di propaganda massiccia, rituali pubblici e manipolazione dei
media. Le rappresentazioni iconografiche lo ritraevano come un condottiero
forte, risoluto e dotato di una visione profetica. La propaganda enfatizzava la
sua connessione spirituale con la nazione tedesca e il ruolo da predestinato
nel guidarla verso una nuova era di grandezza.
Ben prima di diventare cancelliere, Hitler
aveva compreso il forte potere manipolatorio fornito dalla conoscenza delle
dottrine occulte. Si spinse a leggere persino un’opera di Ernst Schertel, uno
scrittore che creava scandalo con libri dedicati al sadomaso e ai diritti degli
omosessuali. Di lui lesse Magia, un trattato che sottolineò a matita in
più punti, in passaggi come «chi non reca in sé i semi del demonio non darà mai
vita al nuovo mondo.»
Il ministro della Propaganda, Joseph
Goebbels, fu il principale artefice della costruzione dell’immagine divina di
Hitler. I raduni di massa, come quelli tenuti a Norimberga, erano eventi
coreografati per esaltare il carisma del Führer. La cinematografia impiegava
tecniche innovative per creare un’aura quasi religiosa intorno a lui, come è
evidente nel film Triumph des Willens (Il trionfo della volontà)
di Leni Riefenstahl. Di fronte alle folle, molti commentatori dell’epoca
sostenevano che Hitler avesse una capacità ipnotica, che gli permetteva di
parlare di qualsiasi cosa: non contava più il contenuto del discorso, ma la
capacità di canalizzare le energie di un intero popolo adorante. Alcuni lo
paragonavano a uno sciamano e Carl Gustav Jung, nell’analizzare la sua figura
in termini psicologici, affermò che il Führer svolgesse la funzione di un
medium e che rappresentasse «il portavoce degli dèi, come nei tempi antichi.»
L’ampio utilizzo di simboli era parte di
questa rappresentazione. Svastiche, aquile e rune germaniche fungevano da legante
con il glorioso passato ariano. I rituali pubblici si ispiravano in parte ai
modelli religiosi: Hitler venne a sostituirsi al messia e il Terzo Reich
divenne l’incarnazione di un’era sacra, destinata a durare secoli, inserendosi
nella tradizione del Sacro Romano Impero.
La figura di Hitler era oggetto di
interesse da parte di schiere di astrologi e di profeti, che vaticinarono la
sua ascesa al potere e ne esaltarono le caratteristiche. Tra di essi,
l’illusionista Erik Jan Hanussen, di origini ebraiche. Rifacendosi persino alle
Centurie di Nostradamus, lo stesso Goebbels si ostinò a interpretare
l’astrologo come un anticipatore delle imprese naziste. Non solo: il ministro
introdusse la propaganda astrologica nelle zone che stavano per essere invase; una
forma di guerra psicologica con cui intendeva scoraggiare le popolazioni tramite
vaticini apocalittici a favore dei tedeschi.
La riscrittura dell’immaginario sacro germanico
prevedeva anche il recupero di antiche celebrazioni pagane. Tra falò, canti e
discorsi pubblici, si rinforzava l’idea di un ritorno a mitiche radici di
potenza. I riti funebri e commemorativi svolgevano un ruolo importante, come
per il funerale di Horst Wessel, e il Giorno dei Caduti includeva processioni
con torce, discorsi solenni e l’erezione di monumenti, volti a esaltare il
culto della morte eroica.
Il capo delle Schutzstaffel, Heinrich
Himmler, fu tra i principali promotori di una visione occulta delle antiche
tradizioni. Per lui, le SS non erano soltanto una forza paramilitare, ma un
ordine esoterico votato alla rinascita ariana.
Il castello di Wewelsburg, in Vestfalia,
divenne il centro spirituale dell’organizzazione, un luogo di culto e di studio
che doveva fungere da centro del nuovo ordine cavalleresco ariano, ispirato ai
Teutoni e alle leggende dei Cavalieri della Tavola Rotonda. All’interno della
struttura, Himmler creò un ambiente circolare, noto come “Sala dei Re”,
decorata con simboli runici e con un enorme mosaico raffigurante una svastica.
Lo spazio serviva da luogo d’incontro per i membri elevati delle SS, che
Himmler considerava alla stregua di un’aristocrazia. Qui si svolgevano anche
riti e cerimonie ormai ignote.
Le SS erano state pensate da Himmler con
una gerarchia e rituali che evocavano gli ordini cavallereschi medievali.
Accanto all’addestramento militare, vi era poi l’indottrinamento ideologico
basato sui miti ariani e sulle pseudoscienze razziali.
Inoltre, il gerarca era ossessionato dalla
ricerca delle reliquie che confermassero la supremazia tedesca. La Lancia del
Destino, che secondo la leggenda trafisse il fianco di Cristo durante la
crocifissione, era ritenuta un artefatto dall’immenso potere, perché il suo
detentore avrebbe controllato il destino del mondo. Il Santo Graal fu un’altra
reliquia nel mirino di Himmler, influenzato dalle leggende arturiane e dai
poemi medievali come il Parzival di Wolfram von Eschenbach. Le SS
promossero diverse spedizioni, tra cui quelle di Otto Rahn, di cui abbiamo
parlato in un altro video. Queste ricerche miravano a riscrivere la vita
spirituale tedesca, in particolare liberando i cattolici dal cosiddetto “giogo
di Roma”. Tale processo coinvolgeva anche le donne: le streghe tedesche del
Medioevo divenivano sacerdotesse di un antico credo ariogermanico che il
cattolicesimo aveva perseguitato.
La Società per la Ricerca e l’Insegnamento
dell’Eredità Ancestrale Tedesca, o Ahnenerbe, servì a sostenere le spedizioni
archeologiche e antropologiche, fungendo da centro di indagine che avrebbe
dovuto riscrivere la storia razziale del mondo. L’Ahnenerbe venne fondato nel
1935 da Himmler, Herman Wirth e Richard Walther Darré: aveva l’obiettivo di
fornire una scientificità a queste eterogenee credenze metafisiche e si
impegnava a diffondere le nuove teorie nel mondo.
Tra le spedizioni più famose legate alla
società, ci fu quella in Tibet del 1938, guidata da Ernst Schäfer, che mirava a
trovare collegamenti tra gli ariani e le antiche popolazioni tibetane. I
nazisti erano affascinati dal mito di Shambhala e credevano che l’area
nascondesse segreti legati alle loro origini.
L’Ahnenerbe era un centro di ricerca che
spaziava dalle teorie eugenetiche alla linguistica, con numerose ricerche
documentali e forzature interpretative soprattutto delle mitologie scandinave e
indù. Hitler in persona mostrò un notevole interesse per le metafisiche
orientali, influenzato dalle opere di Helena Blavatsky, fondatrice della
Società Teosofica, di cui abbiamo già parlato in altri video.
I nazisti vedevano nelle popolazioni
vediche dell’India i discendenti degli Ariani e questo legame giustificò
l’appropriazione culturale di simboli e concetti orientali come la svastica. Le
ricerche archeologiche e antropologiche servivano anche a giustificare le mire
espansioniste nel Nord e nell’Est Europa: i nazisti sostenevano che gli Indogermanici
fossero stanziati dalle Alpi all’Himalaya, dall’Islanda all’India
settentrionale, passando per la Persia. Le aristocrazie cinesi e giapponesi
erano considerate di origine ariana per le loro caratteristiche fisiche,
ritenute differenti dal resto della popolazione. E le caste indiane seguivano
lo stesso principio di preservazione della razza dominante ariana. Tali
credenze avevano ripercussioni geopolitiche, dall’annessione dei Sudeti al
sostegno dell’indipendenza indiana.
La ricerca di poteri soprannaturali fu un
aspetto cruciale dell’occultismo nazista. L’interesse per la magia, l’alchimia
e le altre pratiche esoteriche aveva un fine eminentemente pratico, ovvero
l’espressione delle straordinarie potenzialità del regime. Combinando antichi
saperi e tecnologie all’avanguardia, i nazisti diedero vita a numerose leggende
sui propri progetti segreti.
Uno dei miti più persistenti è quello del
Die Glocke (“La Campana”), un presunto dispositivo tecnologico che impiegava
una tecnologia sconosciuta per creare effetti mirabolanti come l’antigravità, i
viaggi nel tempo o altre manifestazioni paranormali.
Altri progetti attribuiti ai nazisti
includevano le ricerche sui dischi volanti e armi futuristiche. Nel concreto, i
nazisti svilupparono tecnologie avanzate come i primi razzi balistici, i
missili V-1 e V-2, e spesso queste opere di ingegneria venivano circondate da
un’aura di mistero e di magia, pur trattandosi di elaborati della tecnica.
Altri esperimenti riguardavano la comunicazione con l’aldilà, la telepatia, la
visione a distanza e altre forme di ricerca psichica.
Nel corso della guerra, il regime arruolò
occultisti ed esperti di radiestesia. Fino all’ultimo, Himmler e altri gerarchi
investirono denaro in rabdomanti, cercatori d’oro e di petrolio, alla ricerca
di materie prime vitali per il conflitto. Le risorse finirono in esperimenti improduttivi,
quali i dispositivi antigravità e i laser antiaerei. Himmler era convinto di
poter imbrigliare l’energia elettrica nell’aria in maniera analoga a quanto
facevano gli Asi, gli dèi norreni, con le loro armi divine.
Il regime fondeva scienza e occultismo: le
credenze naziste e il culto della personalità di Hitler ebbero un impatto
significativo sulle decisioni militari e politiche. La percezione di
infallibilità del leader portò a scelte scellerate nel corso del conflitto.
L’Operazione Barbarossa fu fortemente influenzata dalla convinzione di Hitler
sulla superiorità ariana e sulla necessità di dover espandere il Lebensraum
verso est. Lo stesso concetto di “spazio vitale” non aveva soltanto una
connotazione geopolitica, ma rappresentava l’idea che agli ariani spettasse per
diritto divino un territorio più vasto. L’ostinazione dimostrata nella
conquista di Stalingrado portò a una delle più devastanti sconfitte
dell’esercito tedesco: il rifiuto di Hitler di permettere una ritirata tattica
causò enormi perdite umane e materiali e segnò un punto di svolta nella guerra.
La fede incrollabile del Führer nella
vittoria finale gli impedì qualsiasi negoziato con gli Alleati, spingendo la
Germania in un ulteriore isolamento internazionale. Il rifiuto di accettare la
realtà si protrasse fino all’ultimo atto di Berlino. Speer, divenuto ministro
degli Armamenti, tentò invano di ridimensionare la propaganda di Goebbels
sull’imminente arrivo di armi miracolose. Le convinzioni razziali, lette in
chiave metafisica, spinsero i gerarchi a implementare la Soluzione Finale anche
quando le sorti del conflitto erano segnate. Il misticismo ebbe ripercussioni
anche sulle strutture di comando e sulle operazioni militari, per esempio con i
crescenti attriti tra le SS e la Wehrmacht, l’esercito regolare che non era
invece investito dal manto della sacralità.
Nel secondo dopoguerra, l’eredità del
nazismo occulto non scomparve del tutto, ma si trasformò e riemerse in varie
subculture e movimenti neonazisti. Per esempio, il diplomatico e scrittore
cileno Miguel Serrano combinò elementi del nazismo con l’induismo tantrico, la
teosofia e altre filosofie iniziatiche al fine di creare una dottrina che
vedeva in Hitler un avatar divino. Fu proprio con la morte del Führer che si
consolidò il processo di divinizzazione, alla stregua di quanto accadde a certi
imperatori romani.
La fascinazione per l’occultismo nazista
ha ispirato numerosi libri, film e serie televisive, dal romanzo The Man in
the High Castle di Philip K. Dick alla pellicola spielberghiana di Indiana
Jones e i predatori dell’arca perduta.
Non si può dire tuttavia che queste
dottrine composite servirono in positivo alla causa nazista. Le risorse
economiche e umane investite dal regime in progetti paranormali e
pseudoscientifici sottrassero fondi e attenzione a programmi più pragmatici e
potenzialmente efficaci. Le ricerche dell’Ahnenerbe, le spedizioni
archeologiche e antropologiche e gli investimenti in tecnologie soprannaturali
consumarono risorse che avrebbero potuto rendere più produttivo lo sforzo
bellico tedesco. Un monito ironico della storia rivolto a coloro che intendono
piegare le tradizioni spirituali a scopi materiali.
Bibliografia e suggerimenti di
lettura
° Cook, N., The Hunt for Zero Point,
Arrow Books, 2002
° Emanueli, P., Vril, la società del
mistero dietro la nascita del nazismo, insideover.com, 16.11.2021
(consultato l’ultima volta il 22.07.2024)
° Farrell, J. P., Reich of the Black
Sun. Nazi Secret Weapons and the Cold War Allied Legend, Adventures
Unlimited Press, 2004
° Fest, J. C., Hitler, Harcourt,
Brace, Jovanovich, 1974
° Goodrick-Clarke, N., The Occult Roots
of Nazism. Secret Aryan Cults and Their Influence on Nazi Ideology, New
York University Press, New York, 1992
° Heinrich, B., Himmler’s Crusade. The
Nazi Expedition to Find the Origins of the Aryan Race, Houghton Mifflin,
2009
° Kershaw, I., The “Hitler Myth”. Image
and Reality in the Third Reich, Oxford University, Oxford, 1987
° Kurlander, E., Hitler’s Monsters. A
Supernatural History of the Third Reich, Yale University Press, Yale, 2017
° Mosse, G. L., The Crisis of German
Ideology. Intellectual Origins of the Third Reich, Howard Fertig, 1981
° Pringle, H., The Master Plan.
Himmler’s Scholars and the Holocaust, Hyperion, 2006
° Ravenscroft, T., The Spear of Destiny,
Samuel Weiser, 1973
° Rees, L., The Nazis. A Warning from
History, BBC Books, 1997
° Sklar, D., The Nazis and the Occult,
Dorset Press, Dorset, 1977
° Speer, A., Inside the Third Reich, Avon Books, 1970
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