Le domande poste da Picnic sul ciglio della strada dei fratelli Strugackij
Ho riletto per lavoro questo classico dei
fratelli Strugackij, romanzo sci-fi dal quale uno dei miei registi preferiti, Andrej Tarkovskij, ha tratto il suo Stalker.
Non solo: l’aspetto più importante è che
si tratta dell’unica edizione italiana priva delle censure di epoca sovietica.
D’accordo… ma di che cosa stiamo parlando?
Nel libro, gli alieni hanno visitato la
Terra lasciando sei Zone disseminate di oggetti misteriosi e pericolosi,
incomprensibili alla scienza umana.
La storia segue Redrick “Red” Schuhart,
uno “stalker” che si introduce illegalmente nella Zona per recuperare manufatti
da rivendere. Mentre affronta i rischi mortali della Zona e le conseguenze
morali delle sue azioni, Red è spinto dal desiderio di dare un senso alla
propria esistenza e dalla volontà di rivalersi su chi, per anni, non ha fatto
altro che sfruttarlo.
Tra queste: che cosa accade all’umanità quando entra in contatto con qualcosa di incomprensibile, che la spaventa? Quale ruolo riveste il caso nella vita? Ha senso desiderare qualcosa, se non sappiamo che cosa realmente vogliamo? Con quale diritto l’umanità colonizza ciò che non gli appartiene?
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