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Come e perché Dune di Herbert ha sparigliato le carte

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  Nel panorama della fantascienza del suo tempo, Dune (1965) di Frank Herbert ha rappresentato un salto di qualità netto, quasi un punto di rottura. Nessuno aveva creato prima un’opera con quella complessità sistemica, in cui ecologia, religione, antropologia, politica e mistica si intrecciassero in modo così organico e stratificato. No, nemmeno Asimov con i suoi vasti cicli narrativi. Non è infatti solo una questione di ampiezza del worldbuilding: è proprio la profondità del pensiero organico che Herbert introduce a rendere il romanzo un unicum per il periodo. Questo, chiaramente, non significa che non vi siano stati dei predecessori.   Forse Olaf Stapledon è il più vicino a Herbert in termini di ambizione cosmica e riflessione filosofica sull’evoluzione dell’umanità. Il suo approccio però è molto più astratto, quasi teologico e disincarnato, tanto che le sue opere assomigliano più a speculazioni cosmologiche che a romanzi nel senso moderno. Su un filone spirituale, c...

Da Crichton a Spielberg. Jurassic Park

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  Il mio Io-bambino, dopo tanti anni, ha sentito l’esigenza di andare alla Fonte del soggetto Jurassic Park , e così ho letto il romanzo di Michael Crichton uscito nel 1990. Dopo alcuni capitoli abbastanza familiari, la storia ha preso una piega abbastanza diversa rispetto alla ben nota pellicola di Spielberg del 1993. E di questo volevo scrivere quest’oggi, in maniera non sistematica e così come mi guida la memoria (per gli elenchi puntati, rivolgersi a Wikipedia e alle chatbot).   Crichton offre al lettore una narrazione decisamente più tecnica e dettagliata rispetto al film. Qualcuno potrebbe pensare al tema della clonazione, ma no: più che discutere di questi particolari, l’Autore è coinvolto in tutta una serie di tecnicismi informatici, tanto da riportare sulla pagina una serie di comandi, che all’epoca – soprattutto a un pubblico di massa – dovevano apparire ancora più fantascientifici dei dinosauri clonati dalla InGen sull’Isla Nublar. Davvero, questa attenzione m...

L'Artù di Tolkien

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  Dopo aver letto le conferenze e le lezioni di Tolkien, contenute nel volume The Monsters and the Critics and Other Essays ( Il Medioevo e il fantastico ), ho approfondito il rapporto dell’Autore con le leggende e con la mitologia nordeuropea. La caduta di Artù è un’opera poetica incompiuta che rilegge il ciclo arturiano attraverso una lente anglosassone. Composto nei primi anni Trenta e pubblicato postumo nel 2013, il poema propone una visione più tragica della leggenda rispetto alle versioni medievali più note, memore della lezione romantica.  Al contempo, fedele a una certa tradizione, Tolkien utilizza il verso allitterativo, tipico di opere come Beowulf (tradotto peraltro da Tolkien in inglese moderno), rievocando l’atmosfera altomedievale in cui si suppone fosse vissuto l’Artù storico. Il testo ruota intorno alla figura di Artù, un leader militare britannico che combatte contro l’invasione dei Sassoni, distanziandosi dalle ambientazioni cortesi e dai temi religiosi ...

Parti e omicidi di Murata Sayaka. Sessualità, maternità e morte in una società futuristica

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  Sto prendendo confidenza con i racconti distopici e fantascientifici giapponesi. Tutto è cominciato con l’incredibile Noia terminale (Add, 2024) di Izumi Suzuki e prosegue ora con Parti e omicidi (Edizioni E/O, 2024) di Murata Sayaka. Murata, già resa famosa dai romanzi La ragazza del convenience store e I terrestri , in questa raccolta si spinge oltre i confini delle convenzioni sociali, parlando di riproduzione, morte e strutture familiari. Nel suo universo, la normalità è capovolta, con immagini crude e scenari surreali che sfidano il lettore a riflettere sulle possibili evoluzioni della società e sui relativi dilemmi etici. Parti e omicidi mi ha coinvolto per la capacità di mettere insieme il disturbante a uno stile all’apparenza “innocuo”. I quattro racconti – Parti e omicidi , Triade , Un matrimonio pulito e Ultimi momenti di vita – declinano in modo diverso i temi della natalità, della famiglia e della morte. Ciascun testo presenta un’idea di fondo intrigante, sv...

L'edizione WoM de La storia di Venere e Tannhäuser di Aubrey Beardsley

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  La storia di Venere e Tannhäuser ( Under the Hill ) di Aubrey Beardsley: vi voglio parlare di questo classico del Decadentismo, forse oggi poco conosciuto dalle nuove generazioni, ma prima fidatemi di me, perché intendo spendere due parole sull’edizione WoM del 2024. Questa si distingue prima di tutto per l’alta qualità della carta (non chiedetemi i mm e cose del genere: non me ne intendo!) e per la rilegatura in cartonato. Un centinaio di pagine che colpisce a partire dalla copertina, con una sontuosa illustrazione originale dell’Autore, stampata in bianco e nero con eleganti dettagli in lamina dorata. Il libro acquisisce così un aspetto prezioso, quasi fosse un oggetto d’arte liberty d’epoca, e ciò permette al lettore di immergersi fin da sùbito nell’atmosfera fin de siècle evocata dall’opera.   Un altro pregio notevole dell’edizione è l’apparato illustrativo completo. WoM ha incluso tutte le illustrazioni originali che accompagnavano il testo: tavole come The Abbé ...

Seidmadur. Un'analisi dello sciamano di Maddalena Marcarini

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  Seidmadur (Agenzia Alcatraz, 2023) di Maddalena Marcarini è un thriller soprannaturale ambientato nelle terre estreme dell’Islanda, dove il mondo contemporaneo si intreccia al folklore. L’opera ha avuto la responsabilità di inaugurare la collana Bizarre Off e, stando alle recensioni che circolano nella rete e ai titoli che l’hanno seguita, la scommessa è andata a buon fine. L’Autrice è una studiosa di filologia germanica, religioni comparate ed esoterismo e l’ambientazione di cui scrive è frutto di una conoscenza diretta dell’Islanda. Il risultato è un libro che presenta un forte realismo antropologico, che tiene conto dell’effettiva ritualità dello sciamanesimo nordico. Il tono cupo accompagna il lettore fino all’ultima pagina, grazie a un buon equilibrio tra intreccio narrativo e riferimenti culturali mai fini a se stessi.   La vicenda ruota attorno a Erlen, una giovane canadese tormentata da un passato doloroso. Fin dalle prime pagine apprendiamo che la donna, ri...

Realismo magico ucraino o qualcosa di diverso? Gli Eccentrici di Taras Prokhasko

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  È facile accostare Gli Eccentrici ( NeprOsti , 2002; ed. it. Utopia, 2024) di Taras Prokhasko a Cent’anni di solitudine di Márquez, ed è quanto avviene abitualmente nelle recensioni che ho trovato. Eppure, qualcosa non mi torna: accantonato l’evidente tributo allo scrittore sudamericano, mi sembra che la tradizione surrealista europea entri tra le pagine di Prokhasko con altrettanta forza.   Ambientato tra le montagne dei Carpazi, soprattutto al villaggio di Jalivec’, il libro racconta la storia di vari personaggi, tra cui Anna, nome che viene perpetuato di generazione in generazione all’interno di una famiglia del tutto particolare. Anna è la protagonista femminile, che incarna la continuità della vita al netto degli eventi distruttivi che la attraversano. Franz è una figura enigmatica e contemplativa; l’archetipo dell’uomo in cerca di senso in un mondo in continuo mutamento. Persona curiosa, certo, ma che non arriva mai ad afferrare il significato compiuto di ciò c...