La sfida della Chimera

 


Un enigma che sfida la ragione; un essere impossibile, amalgama di creature che non dovrebbero coesistere, ma che si fondono in un’unica forma minacciosa. Oggi, l’ingegneria genetica ne renderebbe possibile l’esistenza, ma chi è questa creatura secondo la mitologia e la storia?

La Chimera è il leone (sovrano della forza e dell’autorità), la capra (animale della terra e del sacrificio) e il drago o serpente (simbolo di inganno o di conoscenza proibita). Le tre nature si sovrappongono e la sua esistenza appare un paradosso, poiché non appartiene ad alcun regno.

 

Nella mitologia greca, la Chimera è figlia del gigante Tifone e della ninfa Echidna, che danno vita a una progenie di mostri che include anche l’Idra di Lerna e il Cerbero. Per lo storico Strabone, vive nelle terre aride della Licia, ed è assetata di sangue e portatrice di distruzione, sputando fuoco sulle sue vittime. È la creatura che scompiglia l’ordine cosmico; l’aberrazione che sfida l’armonia: secondo Esiodo, dall’unione con il fratello Ortro, il cane a due teste, la Chimera dà vita alla Sfinge e al Leone di Nemea.

Essa è un’aberrazione che non può essere lasciata esistere ed è per questo che interviene l’eroe. Bellerofonte, con l’aiuto del cavallo alato Pegaso, trafigge il mostro con una lancia e la abbatte. Si narra che la Chimera avesse sciolto col fuoco la punta dell’arma, ma che il ferro liquido l’avesse soffocata. L’eroe era stato inviato contro di lei per espiare i suoi crimini e l’uccisione del mostro rappresenta la volontà di riparare che surclassa il male. La Chimera muore, ma non scompare dall’immaginario occidentale, assumendo nuovi significati.

 

Nel Medioevo, essa si insinua nelle cattedrali gotiche, diventa il volto della tentazione, del peccato e dell’illusione. È l’incubo che si cela nelle ombre, il simbolo di ciò che non si può toccare senza esserne consumati. Nell’araldica, si fa emblema della confusione, della mescolanza proibita e della natura contaminata da se stessa.

Nell’alchimia, invece, rappresenta l’unione impossibile degli opposti, il sogno di trasmutare ciò che è basso in qualcosa di puro. È il mercurio che danza tra il fisso e il volatile: l’eterna tensione tra spirito e materia.

 

Nelle tradizioni esoteriche, la Chimera è analoga al velo di Maya che inganna i sensi: costituisce le credenze errate, le fantasie pericolose e le false convinzioni che si sfaldano alla luce della conoscenza. La Chimera è anche il guardiano della soglia, la prova che separa il viandante dell’ignoto dalla comprensione ultima.

Chi la cerca o la desidera non la troverà mai. Chi la teme, ne sarà divorato. Ma colui che accetta la sua natura contraddittoria e la guarda negli occhi, scoprirà che la Chimera non è un mostro o un incubo, ma una sfida. Quali diavoli della mente umana, il leone, la capra e il serpente non si combattono per il dominio, ma danzano allo sguardo attento di chi sa vedere tutte le potenzialità ancora inespresse nella materia.




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