L'incubo del grande Nord in Gérard Prévot

Gérard Prévot riveste un ruolo peculiare nella cosiddetta “triade del fantastico belga”, in cui compaiono anche i nomi di Jean Ray e di Thomas Owen. Nato nel 1921, si avvicinò al genere soltanto negli anni Settanta, avendo maturato, nel frattempo, una ricca cultura letteraria (Poe, etc.), musicale (Bach, Mozart, Schubert e molti altri) e artistica (Modignani, etc.), che torna spesso nei suoi racconti. Lo scrittore e editore Jean Baptiste Baronian, nume tutelare della casa editrice Marabout, notò sùbito lo stile elegante, la proprietà di linguaggio e «quella sua visione post-romantica». Per Prévot, il fantastico non è un espediente per parlare d’altro o, al contrario, per fuggire dalla realtà: è anzi la continuazione della realtà stessa su un piano più sottile, mai del tutto separato da quello spazio-tempo che siamo abituati a vivere. Nei suoi racconti, come ho già analizzato per la raccolta Il demone di febbraio , il fantastico si pone spesso in continuità con la scienza e co...