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Visualizzazione dei post da ottobre, 2024

L'incubo del grande Nord in Gérard Prévot

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  Gérard Prévot riveste un ruolo peculiare nella cosiddetta “triade del fantastico belga”, in cui compaiono anche i nomi di Jean Ray e di Thomas Owen. Nato nel 1921, si avvicinò al genere soltanto negli anni Settanta, avendo maturato, nel frattempo, una ricca cultura letteraria (Poe, etc.), musicale (Bach, Mozart, Schubert e molti altri) e artistica (Modignani, etc.), che torna spesso nei suoi racconti. Lo scrittore e editore Jean Baptiste Baronian, nume tutelare della casa editrice Marabout, notò sùbito lo stile elegante, la proprietà di linguaggio e «quella sua visione post-romantica». Per Prévot, il fantastico non è un espediente per parlare d’altro o, al contrario, per fuggire dalla realtà: è anzi la continuazione della realtà stessa su un piano più sottile, mai del tutto separato da quello spazio-tempo che siamo abituati a vivere. Nei suoi racconti, come ho già analizzato per la raccolta Il demone di febbraio , il fantastico si pone spesso in continuità con la scienza e co...

Un remake che funziona. Terrore dallo spazio profondo

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  Nel classico del 1956, L’invasione degli ultracorpi diretto da Don Siegel, ispirato all’omonimo romanzo di Jack Finney, la critica aveva intravisto tanto una metafora anticomunista che antimaccartista, in linea con il clima politico americano degli anni Cinquanta. Il pregio del remake del 1978, diretto da Philip Kaufman, è di trovare un punto di incontro tra queste due critiche, concentrandosi sul tema del conformismo. Tra gli interpreti, un Donald Sutherland in stato di grazia, il buon Leonard Nimoy (chiamato anche qui a un ruolo da raziocinante puro), un giovanissimo Jeff Goldblum e Brooke Adams, la quale – per quanto mi riguarda – avrebbe meritato una carriera con molte più interpretazioni.   Il film del 1978 è forse ancora più cupo della prima trasposizione. Ambientata in una San Francisco apparentemente normale, la pellicola esplora la sottile discesa della società in un incubo distopico. Uno degli aspetti più inquietanti è la lenta presa di coscienza dei protago...

Parole, memoria, divergenza nel Fahrenheit 451 di François Truffaut

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  «L’unico modo per sentirci felici è essere tutti uguali.» È il concetto espresso dal capitano dei vigili del fuoco, rivolgendosi al protagonista Montag. Bisogna diventare tutti ignoranti, ripudiare la lettura, perché essa fa sentire il lettore superiore agli altri e ciò crea disarmonia nella società. È necessario che i libri si consumino tra le fiamme, sostiene il capitano con in mano una copia del famigerato volume scritto dall’imbianchino austriaco (curiosa ironia della sorte per l’opera di uno dei più famosi distruttori di libri della storia!). Nella società ideata da Bradbury (citato nel film con le sue Cronache marziane ), e qui interpretata da uno dei maestri nella nouvelle vague, sono le parole a spaventare nel loro complesso. In particolare, le parole che conducono alle lacrime, anche se per la commozione di fronte a qualcosa di terribile e sublime. Le parole risvegliano emozioni che scuotono da dentro: le amiche della moglie di Montag non vogliono ascoltare la le...

Miguel Serrano e il Cordone dorato. La mitizzazione dell'hitlerismo

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  Tenetevi forte, perché questo sarà un viaggio davvero mirabolante, tra centri esoterici tibetani e teoria della terra cava, passando attraverso il templarismo e la tradizione tantrica. Al centro di questo cammino, troviamo il cileno Miguel Serrano, che può essere considerato l’iniziatore del nazismo esoterico, o quantomeno colui che ha contribuito, nel secondo Novecento, a definirlo. Diplomatico, esoterista e dichiarato nazionalsocialista, Serrano è una figura che ha cercato di mettere insieme tradizioni molto distanti, riconducendole alla mitologia degli Iperborei. Egli conobbe di persona figure come Carl Gustav Jung e Hermann Hesse: proprio a cena da quest’ultimo, sostenne di essere stato introdotto nel cosiddetto “Cerchio Ermetico”, o magico.   In questa analisi delle sue teorie, prenderò in esame soprattutto il libro intitolato Il cordone dorato , edito nel 1978 e dedicato a Rudolf Hess, considerato da Serrano “imam” del nazismo esoterico. Il titolo rimanda alla ...

Parliamo della Premio Nobel per la letteratura 2024: Han Kang

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Avevate letto qualcosa della scrittrice sudcoreana Han Kang prima che ottenesse il Premio Nobel? Io l’ho scoperta con Convalescenza ( Adelphi , 2019), una raccolta di due racconti: quello che dà il titolo all’edizione italiana e Il frutto della mia donna , rispettivamente del 2013 e del 1997. Premetto che questo non è un articolo per discutere dello spinoso tema dei premi letterari, nazionali e internazionali: specifico soltanto che, per quanto mi riguarda, pur apprezzando alcuni elementi della scrittura di Han Kang , non penso che meritasse il Nobel più di altri scrittori viventi o scomparsi di recente ( Cormac McCarthy , etc.). Qui mi limiterò a raccontare i suoi libri, con ciò che mi hanno lasciato.   Convalescenza ; Il frutto della mia donna   Nel racconto Convalescenza , la scrittrice impiega l’insolita seconda persona singolare: si rivolge alla protagonista Jeong, ma l’artificio letterario tende a infondere al lettore una maggiore empatia per il personaggio...

Fantascienza giordana. Paradiso in Terra di Fadi Zaghmout

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  Paradiso in Terra (Future Fiction) dello scrittore giordano Fadi Zaghmout si presenta come un romanzo-contenitore, una raccolta di quesiti intorno alle conseguenze di un mondo in cui la vita è diventata potenzialmente eterna. Nella Giordania del 2090, grazie alla biotecnologia, l’invecchiamento è stato sconfitto da una «cura magica contro i segni del tempo», una pillola dorata che rivitalizza le cellule del corpo tramite migliaia di nanobot.   Come è possibile immaginare che persone odiose possano continuare a esistere senza limiti d’età? E che cosa comporterebbe vivere in una società composta da persone che si attaccano alla vita, senza mai davvero viverla in tutte le sue assunzioni di responsabilità? Sono alcune domande che attraversano tutto il romanzo, coinvolgendo in particolare il personaggio di Janna. Dovere civico e morale da un lato e libero arbitrio dall’altro si scontrano in questa narrazione, con ripercussioni sulla vita quotidiana delle famiglie.  ...

Varcare la soglia nei racconti di Gérard Prévot

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  I ventuno racconti de Il demone di febbraio (Alcatraz, 2020) di Gérard Prévot appaiono in traduzione italiana (mi risulta per la prima volta) grazie al recupero certosino di una casa editrice, Alcatraz appunto, che alla “scuola belga del bizzarro” sta offrendo una grande e meritata visibilità. La traduzione di Luca Fassina restituisce un testo costruito su frasi brevi, una sintassi elegante e con pochi dialoghi funzionali alla storia. Questi micro-racconti si aprono, in genere, con un discorso generale, per elaborare poi atmosfere in cui giocano un ruolo essenziale il vento del Nord, il fuoco e lo spazio circoscritto che racchiude un segreto o un’ossessione di chi lo attraversa. Prévot non esagera con aggettivi e avverbi: li posiziona nei punti giusti e, per il resto, lascia che sia la situazione a evocare l’assurdo. Fa ampio uso dell’ironia e i ribaltamenti dei finali e le ambiguità sono frutto di un fraintendimento che egli architetta con cura, a volte con esiti felici, altr...

Quei seguiti letterari che non convincono, ma non deludono. Alice attraverso lo specchio

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Qual è il seguito letterario che non ti ha convinto?   Per me è Alice attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò  (1871). La protagonista entra in un mondo rovesciato e la trama è strutturata come una partita a scacchi. Il pedone Alice incontra figure che rappresentano un pezzo o una fase del gioco e le loro azioni sono legate a movimenti strategici. Tra i simboli che spiccano maggiormente, lo specchio rappresenta l’inversione della realtà, uno spazio in cui le regole non sono quelle ordinarie. I personaggi incarnano riflessioni sul tempo, l’identità e la logica: il Cavaliere Bianco rappresenta la creatività e il sacrificio; Tweedledum e Tweedledee la dualità e la confusione tra realtà e finzione, e via discorrendo.   Come nel primo romanzo, Carroll affronta il tema generale del percorso che conduce all’età adulta e il gioco strategico funge da espediente per raffigurare gli imprevisti e le assurdità del cammino di crescita, che culmina nella “promozione”...