Una storia della fantascienza a firma di Bernardoni & Viscusi

 


Ho recuperato Fantascienza. Storia delle storie del futuro (Armillaria, 2024) di Angela Bernardoni e Andrea Viscusi. È un viaggio appassionato condotto con notevole slancio divulgativo (il duo è lo stesso dell’ottimo podcast Reading Wildlife), capace di districarsi con agilità in oltre un secolo di storia. La trattazione mantiene uno stile scorrevole e curato, lontano dal tono accademico, e i concetti vengono spiegati con un entusiasmo contagioso.

 

Per esempio, ho apprezzato la chiarezza espositiva della parte dedicata ai sottogeneri “punk” della speculative fiction, quando il libro passa in rassegna filoni come steampunk, dieselpunk e solarpunk, spiegandone le caratteristiche con esempi puntuali.

Un’altra sezione utile è quella dedicata al New Weird, movimento letterario recente che viene non solo introdotto, ma descritto con una nota polemica che condivido. Sottogenere ibrido nato negli anni Novanta, il New Weird mescola elementi della weird fiction classica (le atmosfere cupe e soprannaturali alla Lovecraft, per intenderci) con suggestioni horror e fantasy, oltre a componenti propriamente fantascientifiche, generando storie bizzarre e spiazzanti. È solo un esempio di come la fantascienza contemporanea si contamini con il gotico e con l’orrore per trovare nuove forme espressive; al contempo, il libro suggerisce quanto labili siano i confini tra i generi, e non solo per una questione di tematiche e atmosfere condivise, ma anche di stili (in passato troppo rigidamente divisi tra “elevato” e “popolare”).

 

Lo sguardo del libro è internazionale, perciò la parte dedicata alla fantascienza italiana è volutamente sacrificata (c’è da dire che il mondo della fantascienza nostrana ha la nomea di una certa animosità e conflittualità interna, che non sempre rende piacevole parlarne). Ciò nonostante, vengono citati e introdotti molti autori italiani, a testimonianza della vivacità creativa della nostra fantascienza. Si passa infatti dagli intrecci cupi tra storia, politica ed esoterismo nei romanzi di Evangelisti alle distopie contemporanee di Avoledo; dall’azione techno-thriller di Altieri alla visionarietà di Tonani; si giunge infine alle sperimentazioni del movimento connettivista con De Matteo e alle nuove voci. Non si parla certo di una trattazione esaustiva, ma di stimoli lasciati al lettore per un suo eventuale approfondimento.

A mio avviso, Fantascienza svolge anche una funzione pedagogica, un aspetto per niente fuori luogo considerando che il genere (con i suoi prodromi) viene esplorato da oltre un secolo e con crescente intensità. Il libro non è un elenco di autori e opere tratto da Wikipedia, ma una bussola utile all’orientamento nel genere; l’opera è concepita come un invito alla lettura e ogni capitolo ha il chiaro intento di smuovere la curiosità di chi legge.

 

In breve, Fantascienza è un ottimo volume introduttivo, ovvero rivolto a chi non conosce il genere e/o crede di conoscerlo esprimendo invece una serie di stereotipi. Per esempio, dopo aver ricordato la famosa provocazione secondo cui il cyberpunk avrebbe ucciso la fantascienza, gli Autori dimostrano come il genere non sia affatto defunto, per quanto si sia evoluto e ibridato (al netto della moda dei retrofuturismi, uno di quei tanti temi che meriterebbero una trattazione a parte).

Bernardoni & Viscusi riescono, in un libricino di appena centocinquanta pagine, a fare non tanto un riassunto della storia del genere, ma a creare alcuni percorsi di lettura storici e tematici capaci di mettere in risalto, oltre (o al di là) dei classici, anche la narrativa degli ultimi trenta/quarant’anni. All’appassionato di fantascienza non dirà nulla di particolarmente nuovo o inedito (benché per i super-collezionisti sia un volume da possedere), ma allo stesso tempo il libro può diventare un’occasione per guardare alla storia del genere con uno sguardo più maturo, consapevole e moderno. Insomma, in quest’ultimo caso la “palla” passa a voi lettori.

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