Sherlock Holmes. Storia del personaggio e dieci racconti


Sherlock Holmes disegnato da Sidney Paget (1891)


Arthur Conan Doyle, insieme a scrittori come Edgar Allan Poe, è considerato tra i capostipiti di due generi: il giallo – in particolare il giallo classico, o deduttivo – e il fantastico.

Scozzese di nascita, si laureò in medicina (ho scritto una breve biografia qui): aprì uno studio medico negli anni Ottanta dell’Ottocento e, disponendo di molto tempo libero, cominciò a scrivere le prime avventure di uno dei personaggi più longevi della letteratura: Sherlock Holmes.

Esso compare in quattro romanzi e cinquantasei racconti, suddivisi nei seguenti cicli di storie:

 

A Study in Scarlet (1887, romanzo)

The Sign of Four (1890, romanzo)

The Adventures of Sherlock Holmes (1892, raccolta di dodici racconti)

The Memoirs of Sherlock Holmes (1894, raccolta di undici racconti)

The Hound of the Baskervilles (1902, romanzo)

The Return of Sherlock Holmes (1905, raccolta di tredici racconti)

The Valley of Fear (1915, romanzo)

His Last Bow (1917, raccolta di otto racconti)

The Case-Book of Sherlock Holmes (1927, raccolta di dodici racconti)

 

A queste opere si aggiunge altro materiale: racconti brevissimi, racconti incompiuti, commedie teatrali. La fortuna del personaggio coinvolse vari àmbiti, dalla letteratura al cinema, dal gaming alle serie tv. Anche per questo, nelle impressioni che seguono, ho scritto spesso come oggi i misteri di questi casi possano apparire di facile soluzione: un elemento che sottolinea il grande successo in termini di emulazione e che non sminuisce affatto il valore in sé delle storie.

Tra gli ultimi tributi all’investigatore del 221B di Baker Street, vale la pena citare Sherlock (2010-2017), serie televisiva creata da Steven Moffat e da Mark Gatiss, liberamente tratta dalle opere di A. C. D.


Aggiungo qualche elemento alla storia editoriale di Holmes. Prima di essere riuniti nelle raccolte, la maggior parte dei testi fu pubblicata su due riviste.

La prima, The Strand Magazine, era una rivista letteraria londinese, che uscì mensilmente dal 1891 al 1950. La pubblicazione divenne subito popolare, con una tiratura che, negli anni Trenta del Novecento, si stabilizzò a circa 500mila copie. Oltre ai testi di A. C. D., vi comparvero i racconti di H. G. Wells, E. C. Bentley, Agatha Christie, Rudyard Kipling, Georges Simenon e molti altri.

La seconda rivista, Collier, era statunitense e fu pubblicata dal 1888 al 1957: il nome originario era Collier’s Weekly, poi cambiato in Collier’s: The National Weekly nel 1914. Vi collaborarono diversi illustratori, tra cui: Charles Addams (creatore dell’omonima famiglia del black humor), James Montgomery Flagg (che realizzò il famoso manifesto della chiamata alle armi, che ritrae lo Zio Sam), Charles Dana Gibson (suo l’ideale di bellezza della “Gibson Girl”), Chesley Bonestell (pioniere dell’arte astronomica), Frederic Remington (artista del Far West, di cui parlo qui).

Tra gli altri scrittori attivi su Collier, ricordo almeno Francis Scott Fitzgerald, Ray Bradbury, Jack Finney, J. D. Salinger, Kurt Vonnegut.


Per concludere, propongo dieci racconti sull'investigatore: la maggior parte delle storie sono narrate in prima persona dall’amico Watson, ma compaiono anche testi raccontati da Holmes o in terza persona.

Alle mie brevi impressioni, ho unito i link al canale Ménéstrandise Audiolibri, in cui questi racconti sono letti in forma integrale e con grande abilità.

 

The Man with the Twisted Lip (L’uomo dal labbro spaccato, 1891)

 

Illustrazione del 1891
di Sidney Paget


Il racconto è noto in italiano anche come L’uomo dal labbro storto: è il sesto dei cinquantasei testi sull’investigatore e fu collocato al sedicesimo posto della classifica dell’Autore sulle diciannove storie preferite legate al personaggio.

La vicenda prende le mosse attraverso un’amica della moglie di Watson, preoccupata per la sparizione del marito. Il dottore rintraccia l’uomo in una fumeria di oppio, dove ritrova anche Holmes, intento – a sua volta – a risolvere un caso di sparizione.

Il tema delle fumerie di oppio porta l’attenzione sulla piaga della dipendenza da tale sostanza, che si stava diffondendo in molte parti delle nazioni colonizzatrici, in seguito alle “guerre dell’oppio” dei decenni precedenti. In quel periodo, la droga era legale, benché l’ambiente in cui veniva distribuita fosse considerato malavitoso.

Riguardo alla soluzione improbabile del caso, di cui non parlo per evitare spoiler, è sufficiente dire come sia meno assurda di quanto si possa pensare, per quanto rientri nell’ordine delle eccezioni.

 

L'audiolibro: qui


The Adventure of the Beryl Coronet (L’avventura del diadema di berilli, 1892)

 

Illustrazione del 1892 di Sidney Paget,
che ritrae Holmes, Watson e Holder


Tra i primi racconti su Sherlock Holmes, uscì in origine nella rivista The Strand Magazine.
È la storia di un banchiere, Alexander Holder, che riceve in pegno un diadema di berilli, da parte di un nobile cliente anonimo. Per il grande valore dell’oggetto, il banchiere decide di portarlo a casa, dove però i rapporti familiari sono tesi tra lui, la nipote che ha adottato e il figlio. Una notte, il diadema viene ritrovato tra le mani di quest’ultimo e il padre decide di denunciarlo.

L’intervento di Holmes mira ad appurare la verità dei fatti, ben oltre le più facili apparenze. Si tratta di una storia che è facilmente prevedibile, sia per il ridotto numero di personaggi in gioco, sia per il recupero costante del tema nella letteratura e nel cinema successivi.


L'audiolibro: qui.

 

Silver Blaze (Barbaglio d'Argento, 1892)

 

Illustrazione del 1892 di Sidney Paget


Fu uno dei primi racconti con protagonista Sherlock Holmes e una delle migliori storie di A. C. D., per ammissione dell’Autore stesso.

Il titolo rappresenta il nome di un cavallo da corsa e la trama è incentrata sulla sua scomparsa, alla vigilia di un’importante gara, e sulla morte del suo allenatore.

Holmes, come di consueto, non si limita a ricercare il cavallo e ad accettare le facili risposte a cui perviene la polizia, ma indaga per conto proprio sull’omicidio. Piccoli dettagli, che egli solo nota, lo portano alla risoluzione, a partire dal cosiddetto “incidente del cane”, che inspiegabilmente non aveva abbaiato, lasciando morire le pecore che avrebbe dovuto proteggere.

Si tratta di un giallo ormai classico, ripreso in diverse varianti, per cui oggi la risoluzione non appare troppo difficile. La penna di A. C. D. è comunque abile a evocare l’ambiente sportivo tardo-vittoriano e a descrivere l’area naturale dell’altopiano di Dartmoor, nel Devonshire, luogo in cui fu ambientato anche Il mastino dei Baskerville.

 

L'audiolibro: qui.


The Adventure of the Blue Carbuncle (L’avventura del carbonchio azzurro, 1892)

 

Illustrazione del 1892
di Sidney Paget

 

Settimo racconto con protagonista Holmes, apparso per la prima volta nel 1892 su The Strand Magazine.
La vicenda è ambientata nel periodo natalizio: si diffonde la notizia del furto di un gioiello preziosissimo, un carbonchio azzurro, di proprietà di una contessa. Viene subito incolpato l’idraulico pregiudicato che lavorava all’hotel in cui risiedeva la nobile, ma del gioiello non vi è più traccia. Il furto si intreccia a una storia più semplice, un’oca e un cappello smarriti, capitati nelle mani di Holmes, il quale – per puro esercizio intellettuale – cerca di individuare il legittimo proprietario.
La ricerca porta lui e Watson a scoprire non solo a chi appartengano oca e cappello, ma anche che fine abbia fatto il carbonchio azzurro. Senza rivelare chi sia (o siano) i diretti interessati, si può dire che il racconto di A. C. D. sia ricco di humor e che Holmes si diletti a mettere insieme i dati per dare sfoggio delle proprie capacità. Al contempo, il suo agire si dimostra libero dagli interessi personali e, influenzato dal clima natalizio, arriva persino a interpretare la legge a modo proprio, riflettendo sulle conseguenze morali del caso specifico.

 

L'audiolibro: qui


The Adventure of the Empty House (L’avventura della casa vuota, 1903)

 

Illustrazione del 1903
di Sidney Paget


È la storia con cui veniamo a conoscenza di ciò che accadde a Holmes alle cascate di Reichenbach, dove si scontrò con il suo principale antagonista, il professor Moriarty. Il ritorno dell’investigatore fu sollecitato dal pubblico, che chiedeva di portare avanti le avventure del personaggio.

Il racconto prende le mosse da un intrigo familiare, in cui si era inserita la morte del secondogenito del conte di Maynooth. Il dottor Watson riporta la vicenda e se ne interessa in prima persona, in memoria dei vecchi tempi con l’amico perduto. Il caso, che si risolve con semplicità,è tuttavia un pretesto per parlare, nell’intera ultima parte, del ritorno sulla scena di Holmes. Egli racconta quel fatidico giorno alle cascate, i viaggi fantastici in giro per il mondo e le ragioni del suo girovagare in incognito.

Con questo racconto, l’Autore rilancia il suo personaggio e gli permette – con l’espediente dei tre anni in viaggio – di acquisire nuove abilità e un fascino inedito.

 

L'audiolibro: qui.

 

The Adventure of the Solitary Cyclist (L’avventura della ciclista solitaria, 1903)

 

Illustrazione del 1903
di Frederic Dorr Steele


La signorina Violet Smith si trova al centro delle attenzioni di alcuni uomini sospetti, intenzionati a sposarla per ottenerne i beni. La giovane si muove in bicicletta durante la giornata, ma viene quotidianamente pedinata: chiede così aiuto a Holmes. Nella storia si intrecciano gli interessi materiali, la spregiudicatezza, il tema dello stalking, ma anche la redenzione attraverso l’amore.

Al principio, il racconto fu rifiutato dall’editore di The Strand Magazine, poiché Holmes era poco partecipe nella trama: lo stesso Autore rivelò di non essere del tutto soddisfatto del risultato, preferendo le tre storie precedenti, legate al ritorno del personaggio (tra cui proprio The Adventure of the Empty House).

 

L'audiolibro: qui.

 

The Adventure of Wisteria Lodge (L’avventura del Wisteria Lodge, 1908)

 

Illustrazione del 1908 di Arthur Twidle,
che ritrae Eccles, Holmes e l'ispettore Baynes


Il racconto è un intricato labirinto di relazioni tra personaggi che nascondono un segreto. Al fondo della storia si celano il desiderio di vendetta e la violenza connaturata a certi uomini, in un intreccio dal sapore internazionale. Il finale può lasciare con l’amaro in bocca, ma la trama è costruita con provata abilità.

Inedito anche il personaggio dell’ispettore Baynes, che per la prima volta nei racconti di Holmes è una figura competente. Di solito, infatti, gli ispettori mostrati dall’Autore non sono in grado di fare ragionamenti complessi e accettano per buona la soluzione più semplice a portata di mano. Qui, invece, il sano testa a testa tra Holmes e Baynes porta alla soluzione del caso ed è lo stesso investigatore privato a prospettare un grande futuro per l’ispettore.


L'audiolibro: qui.


The Adventure of the Mazarin Stone (L'avventura della Pietra di Mazarino, 1921)


Illustrazione del 1921 di Alfred Gilbert
per The Strand Magazine


Si tratta di uno di quei racconti su Sherlock Holmes narrato in terza persona, anziché attraverso le parole di Watson. Lo schema di costruzione del testo è quello consueto per l’Autore. In questo caso, la vicenda principale è raccontata all’interno dello stesso ambiente, con incisi su ciò che è avvenuto prima dei fatti narrati.

Il mistero che interessa soprattutto alle autorità, ovvero chi sia il ladro della pietra preziosa, è subito risolto da Holmes, il quale tuttavia si spinge oltre, indagando su che fine abbia fatto la pietra stessa. Il colpo di scena che porta alla soluzione può apparire ormai ingenuo, poiché si basa su una tecnologia oggi molto diffusa in altre forme, ma il ritmo della prosa di A. C. D., unito a un personaggio iconico – qui mostrato in molte delle sue peculiarità – rendono il testo ugualmente piacevole alla lettura.

 

L'audiolibro: qui.


The Adventure of the Sussex Vampire (L'avventura del vampiro del Sussex, 1924)

 

Illustrazione del 1924 di W. T. Benda
per Hearst's International


Da un punto di vista tecnico, si tratta di un racconto breve con un ritmo ben orchestrato, che segue lo schema della maggior parte delle avventure di Holmes e Watson: l’attesa, lo scetticismo di Holmes di fronte a un nuovo caso, l’interrogatorio, l’analisi sul campo e la soluzione finale attraverso il metodo deduttivo.

Nel dettaglio, L’avventura del vampiro del Sussex presenta un titolo che ha lo scopo di attirare il lettore, per poi portarlo – come di consueto in A. C. D. – su un binario il più possibile razionale, ma non per questo meno affascinante. La storia in sé è lineare e il mistero appare, almeno oggi, facilmente deducibile; ad ogni modo, la lunghezza del testo permette di apprezzare la bravura dello scrittore nell’architettare una trama del genere in un così breve spazio.

 

L'audiolibro: qui.


The Adventure of the Illustrious Client (L'avventura del cliente illustre, 1925)

 

Illustrazione del 1924 di John Richard Flanagan
per Collier's


La trama si basa su un matrimonio che dev’essere sventato: quello tra la signorina Violet, figlia del generale de Merville, e il barone Gruner, un uomo sospettato di diversi omicidi, incluso quello dell’ultima moglie. Violet nutre tuttavia molta fiducia nei confronti del futuro marito e i primi tentativi di Holmes si rivelano infruttuosi. Ciò desta però la rabbia del barone, con il quale Holmes intraprende uno scontro fisico e intellettuale.

Pur non trattandosi di un vero e proprio “caso”, il ritmo narrativo è quello tipico dei migliori racconti sul personaggio, per quanto la risoluzione finale non convinca del tutto e si basi più sulle reazioni istintive dell’essere umano che sulla logica sequenziale propria di questi racconti. Risulta comunque convincente la figura del barone Gruner, serial killer dell’epoca, descritto nel suo fascino macabro e misterioso.


L'audiolibro: qui.

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