Dall'ordine al caos

Giovan Francesco Capoferri (su disegno di Lorenzo Lotto), Magnum Chaos (prima metà XVI secolo)


Dopo un così lungo ordine, è necessario anche questo caos.
Per lo storico Henry B. Adams: «Il caos spesso genera la vita, laddove l’ordine spesso genera l’abitudine». Negli ultimi decenni ci siamo abituati ad un’idea di disciplina. L’ordine porta con sé stabilità, un generale torpore morale; l’ordine diventa gerarchia, burocrazia, istituzione: è a quel punto che si instaura una dittatura del qualunquismo, dove popolo e gerarchi dormono tra i propri agi, nella routine più grigia.

«Ma procediamo con disordine. - diceva Marcello Marchesi - Il disordine dà qualche speranza. L’ordine nessuna. Niente è più ordinato del vuoto».
Solo allora un po’ di caos può restituire movimento a questa condizione. Che dunque i Paesi europei in difficoltà escano dall’euro; che gli USA minaccino la Russia apertamente; che i migranti non possano uscire dall’Italia; che l’ISIS avanzi alle porte dell’Occidente. E che molto di più possa accadere.

Chi sarà, se ci sarà, il Carlo Martello di oggi? Come la Nemesi, o il Karma, riordinerà un Mondo Nuovo? Che parte avranno gli uomini del passato – noi europei – e gli uomini del domani? Lao Tzu affermò: «La natura non ha fretta, eppure tutto si realizza», perché in entrambe le polarità di ogni manifestazione c'è una parte necessaria al processo della vita. Ed è così che anche «Nel caos c’è la fertilità», come ci ricorda la scrittrice Anaïs Nin.

L'ordine materiale non può che essere temporaneo. Per quanto le forme di governo del mondo occidentale appaiano così perfette e definitive, sarebbe un errore pensare che non ci possano essere alternative persino migliori, in un dato tempo e in un dato spazio. Karl Kraus utilizzò questa formula ironica: «Ben venga il caos, perché l’ordine non ha funzionato». Non perché in quell'ordine non vi fosse una parte di verità, di giustizia e di bellezza, ma perché non era tutta la verità, la giustizia e la bellezza.
Quando dunque il caos, inevitabile, ci porrà in movimento, e rimetterà in discussione il nostro granitico modello, avremo la possibilità di un nuovo equilibrio cosmico, o di una reazione nucleare di sveviana memoria.

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