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Metanarrazione e memorie condivise. Libro senza nome di Shushan Avagyan

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  Scritto sperimentale costruito come un mosaico metanarrativo, Libro senza nome (Utopia, 2024) della scrittrice Shushan Avagyan inscena un duplice dialogo: da una parte l’incontro immaginario tra due scrittrici armene del primo Novecento, Shushanik Kurghinian e Zabel Yesayan; dall’altra una serie di conversazioni contemporanee tra la stessa Avagyan (inserita come personaggio narrante) e Lara, entrambe impegnate in una ricerca d’archivio sulle prime due autrici. Questi piani temporali – il 1926, anno in cui Kurghinian e Yesayan si trovano per l’unica volta nella stessa città, e il presente post-sovietico in cui Avagyan e Lara riscoprono le loro tracce – si alternano nel testo e finiscono per convergere in una struttura complessa: «Per la precisione, potremmo considerarlo [questo libro] uno spazio immaginario dove si trovano elementi reali o, con le parole di quel francese, un’eterotopia autocreata.»   Struttura labirintica e concetto di memoria   I capitoli pro...

La verità vi renderà irrequieti. Kallocaina di Karin Boye

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  Siamo alle prime battute della seconda guerra mondiale, nel 1940, quando la scrittrice svedese Karin Boye pubblica il romanzo Kallocaina , che, in una certa maniera, ne diviene il testamento spirituale. Ambientato in un futuro totalitario, il libro condivide alcuni temi e le atmosfere di romanzi come Noi (1924) di Evgenij Zamjatin e Il mondo nuovo (1932) di Aldous Huxley, e anticipa di otto anni 1984 di George Orwell. Su questa “quartina distopica” mi riservo di tornare in un prossimo futuro. La storia di Boye è narrata in prima persona da Leo Kall, uno scienziato devoto al regime che sviluppa un siero della verità. Attraverso questa vicenda, l’Autrice indaga i meccanismi del potere assoluto e le fragilità dell’animo umano sotto la dittatura, toccando questioni quali la perdita dell’individualità, la manipolazione della verità e l’anelito alla libertà. Dimenticato a lungo fuori dalla Svezia (la prima traduzione italiana è arrivata solo nel 1993), Kallocaina è oggi conside...

Un romanzo astronomico. Orbital di Samantha Harvey

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  Booker Prize del 2024, il romanzo Orbital (NN Editore, 2025) di Samantha Harvey sta ottenendo un certo successo tra critici e lettori, anche qui in Italia. È un’opera singolare, che segue la vita quotidiana di sei astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS) – quattro uomini e due donne, provenienti da Stati Uniti, Russia, Italia, Gran Bretagna e Giappone. Pur avendo l’aspetto esteriore di un racconto di fantascienza (con tanto di routine spaziali, esperimenti scientifici e spettacolari vedute della Terra), Orbital si rivela in realtà un romanzo puramente filosofico e introspettivo. Preciso questo aspetto perché nelle settimane scorse ho letto dibattiti a dir poco ridicoli, tra chi si domandava se questa fosse fantascienza (evidentemente persone che il genere non l’hanno mai frequentato) o meno. Senza nemmeno considerare il fatto che la stessa Autrice ha dato una definizione della sua opera: «space pastoral», cioè una storia pastorale spaziale incentrata su...

Come e perché Dune di Herbert ha sparigliato le carte

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  Nel panorama della fantascienza del suo tempo, Dune (1965) di Frank Herbert ha rappresentato un salto di qualità netto, quasi un punto di rottura. Nessuno aveva creato prima un’opera con quella complessità sistemica, in cui ecologia, religione, antropologia, politica e mistica si intrecciassero in modo così organico e stratificato. No, nemmeno Asimov con i suoi vasti cicli narrativi. Non è infatti solo una questione di ampiezza del worldbuilding: è proprio la profondità del pensiero organico che Herbert introduce a rendere il romanzo un unicum per il periodo. Questo, chiaramente, non significa che non vi siano stati dei predecessori.   Forse Olaf Stapledon è il più vicino a Herbert in termini di ambizione cosmica e riflessione filosofica sull’evoluzione dell’umanità. Il suo approccio però è molto più astratto, quasi teologico e disincarnato, tanto che le sue opere assomigliano più a speculazioni cosmologiche che a romanzi nel senso moderno. Su un filone spirituale, c...

Da Crichton a Spielberg. Jurassic Park

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  Il mio Io-bambino, dopo tanti anni, ha sentito l’esigenza di andare alla Fonte del soggetto Jurassic Park , e così ho letto il romanzo di Michael Crichton uscito nel 1990. Dopo alcuni capitoli abbastanza familiari, la storia ha preso una piega abbastanza diversa rispetto alla ben nota pellicola di Spielberg del 1993. E di questo volevo scrivere quest’oggi, in maniera non sistematica e così come mi guida la memoria (per gli elenchi puntati, rivolgersi a Wikipedia e alle chatbot).   Crichton offre al lettore una narrazione decisamente più tecnica e dettagliata rispetto al film. Qualcuno potrebbe pensare al tema della clonazione, ma no: più che discutere di questi particolari, l’Autore è coinvolto in tutta una serie di tecnicismi informatici, tanto da riportare sulla pagina una serie di comandi, che all’epoca – soprattutto a un pubblico di massa – dovevano apparire ancora più fantascientifici dei dinosauri clonati dalla InGen sull’Isla Nublar. Davvero, questa attenzione m...

L'Artù di Tolkien

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  Dopo aver letto le conferenze e le lezioni di Tolkien, contenute nel volume The Monsters and the Critics and Other Essays ( Il Medioevo e il fantastico ), ho approfondito il rapporto dell’Autore con le leggende e con la mitologia nordeuropea. La caduta di Artù è un’opera poetica incompiuta che rilegge il ciclo arturiano attraverso una lente anglosassone. Composto nei primi anni Trenta e pubblicato postumo nel 2013, il poema propone una visione più tragica della leggenda rispetto alle versioni medievali più note, memore della lezione romantica.  Al contempo, fedele a una certa tradizione, Tolkien utilizza il verso allitterativo, tipico di opere come Beowulf (tradotto peraltro da Tolkien in inglese moderno), rievocando l’atmosfera altomedievale in cui si suppone fosse vissuto l’Artù storico. Il testo ruota intorno alla figura di Artù, un leader militare britannico che combatte contro l’invasione dei Sassoni, distanziandosi dalle ambientazioni cortesi e dai temi religiosi ...