Metanarrazione e memorie condivise. Libro senza nome di Shushan Avagyan

Scritto sperimentale costruito come un mosaico metanarrativo, Libro senza nome (Utopia, 2024) della scrittrice Shushan Avagyan inscena un duplice dialogo: da una parte l’incontro immaginario tra due scrittrici armene del primo Novecento, Shushanik Kurghinian e Zabel Yesayan; dall’altra una serie di conversazioni contemporanee tra la stessa Avagyan (inserita come personaggio narrante) e Lara, entrambe impegnate in una ricerca d’archivio sulle prime due autrici. Questi piani temporali – il 1926, anno in cui Kurghinian e Yesayan si trovano per l’unica volta nella stessa città, e il presente post-sovietico in cui Avagyan e Lara riscoprono le loro tracce – si alternano nel testo e finiscono per convergere in una struttura complessa: «Per la precisione, potremmo considerarlo [questo libro] uno spazio immaginario dove si trovano elementi reali o, con le parole di quel francese, un’eterotopia autocreata.» Struttura labirintica e concetto di memoria I capitoli pro...