Con Flaubert non fermatevi a Madame Bovary. Leggete il dizionario!

La stupidità. Un fenomeno quanto mai concreto, che ha tuttavia risvolti fantastici, resi da Flaubert con intelligente ironia. La stupidità può essere una forma della superficialità, che fa uso di frasi fatte e sbrigative. Il Dizionario dei luoghi comuni è un non-libro per eccellenza: non è inquadrabile in un genere; non è nemmeno stato scritto da Flaubert. O meglio: sì, nella maniera in cui Duchamp trasformava un comune orinatoio in Fontana . Al contempo, il Dizionario è anche un non-finito, che doveva confluire nella seconda parte dell’incompiuto romanzo Bouvard e Pécuchet . Flaubert, componendo o assemblando questo testo, racconta la difficoltà di leggere un’epoca piena di stravolgimenti, tra la diffusione di ideali democratici e l’evento eclatante della Comune di Parigi. Il materiale incompiuto di questo disegno editoriale, di cui il dizionario costituiva la seconda parte, rappresenta una satira al sapere enciclopedico e all’erudizione fine a se stessa. ...