La sposa cadavere di Schulze nell’edizione Abeditore

Una breve premessa sul soggetto. Le origini della leggenda della sposa cadavere risalgono al racconto intitolato Il dito , scritto dal rabbino Isaac ben Solomon Luria, un mistico e letterato di Safed, in Galilea, vissuto nel Cinquecento. La versione russo-ebraica del XIX secolo racconta di una donna uccisa nel giorno del suo matrimonio: un uomo che sta per sposarsi nota un ramo fuoriuscire dalla terra e per gioco infila l’anello sull’arbusto, che si rivela essere la mano scheletrica della donna defunta. L’uomo, ancora inconsapevole, danza e presta i giuramenti matrimoniali e allora la donna emerge dalla terra e si dichiara sua moglie: la promessa sposa vivente, per spezzare la maledizione, promette alla donna di crescere i loro futuri bambini in suo onore e placa la creatura. Il rimaneggiamento forse più riuscito – e certamente il più famoso – è il racconto Die Todtenbraut di Friedrich August Schulze, inserito nel secondo volume del suo Gespensterbuch . Ma per qua...