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Visualizzazione dei post da 2020

Considerazioni sul razzismo e sulla prospettiva storica

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Domingo Ulloa, Racism / Incident at Little Rock (1957) Esiste un solo razzismo o esso è un panorama sterminato? In qualche modo entrambe le risposte, come ebbi a scrivere in un altro post di questo blog ( qui ). Possiamo così individuare caratteristiche specifiche nella storia del razzismo di certi Paesi, che da un lato distinguono Stati come USA e Regno Unito, ma che – volendo ridurre ai minimi termini – li accomunano. Semmai, la storia dei due Stati, su questo tema particolare, ha preso strade diverse nel corso del Novecento, con il Regno Unito che ha fatto indubbiamente maggiori passi in avanti rispetto agli Stati Uniti. Non che il problema sia stato risolto una volta per tutte, anzi. Ciò che preme sottolineare ora è che le coordinate teoriche del razzismo siano fondamentalmente le stesse al di là delle manifestazioni locali. La differenza tra teoria e storia è che la prima esprime le linee generali, la seconda le applicazioni particolari. E non bisogna confondere i d...

Non esiste il bianco e il nero

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La studentessa Vivian Malone entra all'Università dell'Alabama, per iscriversi alle lezioni come uno dei primi studenti non bianchi dell'istituzione. Razza, etnia e persecuzioni Il quinto e ultimo capitolo della saga di John Rambo, Rambo: Last Blood (2019, diretto da Adrian Grunberg), fu criticato per aver portato sullo schermo il razzismo verso i messicani. Poche settimane dopo l’uscita del film, a novembre, fece molto parlare la notizia dell’attacco di un gruppo di uomini a Bavispe, nello stato di Sonora, contro tre madri e i loro quattordici figli. Le vetture erano andate in fiamme; i corpi carbonizzati e alcuni fuggitivi uccisi. Nove i morti, tra cui sei bambini. La famiglia coinvolta, LeBaron, discendeva da un gruppo mormone che, nella prima metà del Novecento, era fuggita dagli Stati Uniti per le pressioni della Chiesa di Gesù Cristo dei santi dell’ultimo giorno, che intendeva reprimere la poligamia. Aveva così fondato una comunità in Messico, che a...

La protesta di piazza Tienanmen. Che cosa può comunicare la storia ai manifestanti di oggi

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Le proteste di piazza Tienanmen, a Pechino, durarono dal 15 aprile al 4 giugno 1989. Poco più di trent’anni fa. A scuola, in quinta superiore, di solito non si affronta questo argomento e la guerra fredda stessa viene vista dagli studenti più come un fantasma dai contorni indefiniti, anziché come una fase storica importantissima per noi contemporanei. Per questo è comprensibile che molti non sappiano che le proteste coinvolsero non solo quella piazza, ma diverse centinaia di altre città cinesi. Per quale ragione si protestava? Per la giustizia, ovviamente, e per i diritti. Quali? Inutile dilungarci, ma l’elenco mostrerebbe ciò per cui si è lottato e si lotta ancora dalla seconda metà del Novecento ad oggi, in piena fase di tardo capitalismo. Tutto cominciò con la morte di Hu Yaobang, il 15 aprile appunto, per un attacco cardiaco. Molti cinesi avevano interpretato la sua figura come quella di un rivoluzionario proletario, che si era battuto per la libertà di parola e di sta...

Oriente e Occidente. Filosofia e globalizzazione

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Il seguente testo è stato elaborato da una relazione del filosofo e accademico Giangiorgio Pasqualotto. L’intervento avvenne il 22 ottobre 2012, alla Sala Teresina Degan della Biblioteca Civica di Pordenone. L’Istituto Confucio Statua di Confucio al Tempio di Nishan Più di vent’anni fa nasceva l’Istituto Confucio, un’istituzione no profit con sede principale a Pechino. L’Istituto in sé non è affatto una novità: anche in Europa ne abbiamo esempi, quali la Società Dante Alighieri, il Goethe-Institut, o ancora l’Instituto Cervantes. Lo scopo di questi enti è semplice: promuovere la cultura e la lingua del proprio Paese all’estero. In Italia la Società Dante Alighieri non ha avuto molto successo; in Germania i risultati sono stati più soddisfacenti, ma colpisce soprattutto il notevole finanziamento a livello globale del governo cinese, che ammonta a cinque miliardi e quattrocento milioni di dollari (dati 2010), in favore dell’Istituto Confucio. In questo investi...

L’artigiano e la macchina. Supplemento al discorso sull’etica e il meccanicismo

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Nanni di Banco, Quattro Santi Coronati (1415) La quotidiana presenza di questo dualismo L’artigiano non è una macchina. La macchina non ha i bisogni e i desideri di un essere vivente, c’è soltanto perché la si è progettata e voluta. Abbiamo precedentemente descritto (v.  qui ,  Etica e meccanicismo ) il fatto che computer, macchine e, più in generale, la tecnologia stessa mai potranno prendere il nostro posto, lontane come sono da ogni aspirazione o necessità di affermarsi come individui, al contrario di noi esseri umani, alla perenne ricerca di ciò di cui manchiamo e spesso in conflitto l’un l’altro. Per assurdo, persino gli animali sono esseri perfetti a tal riguardo, in quanto macchine organiche che rispondono agli istinti e si occupano solo di raggiungere ciò che serve alla loro sopravvivenza. L’uomo, invece, che ha il vantaggio della ragione e della coscienza, trasforma spesso questo vantaggio in uno strumento di infelicità e con esso si protende vers...