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Visualizzazione dei post da ottobre, 2022

«È il business, bellezza!» o di come la cultura sia asservita ai numeri

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  British Museum Reading Room 1. Questa mattina, prima di uscire per andare al lavoro, ho dato un’occhiata alla home di Instagram. Nei primi due minuti mi sono imbattuto in diverse sponsorizzazioni:   a.  tre provenienti da social media manager, che spiegavano quali “strategie” impiegare per fare reel di successo; b.  uno che – non ho guardato a quale titolo – voleva spiegarmi come ci si possa fidare delle persone, tipo lista della spesa; c.  un consulente che spiegava come trasformare i follower in clienti.   2. Credo di essere arrivato a quella fase di vecchiaia mentale per cui tutto ciò mi faccia ribrezzo. E lo so che non c’è nulla di male nel fare sui social il proprio lavoro. È che mi sembra tutta un’occasione sprecata. Invece di veicolare contenuti di sostanza, che vadano in profondità, tutto si riduce ad accalappiare un’audience a fini commerciali, considerando la cultura dal solo punto di vista della merce da sfruttare. E il follower no...

I contenuti strutturati sui social. Una riflessione personale

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  Édouard Manet, Ritratto di Zacharie Astruc (1866) Per alcune settimane ho sperimentato le live su IG: una di martedì, incentrata sui libri, e una di giovedì, per i film e le serie tv. Vorrei fare il punto su questa esperienza, in modo che possa essere utile ad altre persone che gestiscono “pagine” social. Sarà molto sincero nell’analisi. In tre settimane e sei dirette ho capito alcune cose dei meccanismi di IG che prima potevo solo teorizzare.   1. Instagram è un social sempre più improntato a una parte video veloce, quasi tutta senza audio o con tracce musicali o sonore di tendenza. In questo senso, rincorre TikTok. Di conseguenza, penalizza i contenuti troppo lunghi.   2. Pubblico e mercato sono meccanismi che tendono a mordersi la coda l’un l’altro. Il fatto che IG abbia virato sui reel è anche perché gli utenti chiedono o si sono abituati a quella rapidità di fruizione. YouTube, per esempio, ha fatto qualcosa di analogo con gli shorts , per ora in fase e...

Blonde & Dahmer. Storie reali e morbosità dello spettatore

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  Théodore Géricault, Studio di piedi e di mani  (1818-19) Premessa   In questo blog, il discorso sul significato del male è uno dei temi ricorrenti e si lega al concetto di memoria, storica e individuale: la conclusione che ne ho tratto è che l’umanità rinnovi se stessa di generazione in generazione, ovvero che senta la necessità di esperire il mondo, nel bene e nel male, quasi come se fosse la prima volta. Quel “quasi” fa riferimento alla cultura e alla civiltà a cui una persona appartiene e che le permettono di meditare l’esperienza attraverso la saggezza o la sconsideratezza di chi ci ha preceduto. Niente, però, può sostituirsi al peso preponderante dell’esperienza diretta e la cultura può solo porre un argine – doveroso – ai suoi eccessi. La storia è maestra di vita solo e soltanto nella sua proposta deterrente e nei suoi auspici.   Questa premessa è funzionale al discorso che segue. A livello personale, mi ritengo un grande appassionato del genere hor...

Dieci letture per le giornate mondiali. Ottobre 2022

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A livello internazionale, l’Organizzazione delle Nazioni Unite ha decretato 152 giornate mondiali. Ogni Paese può comunque istituire le proprie; lo stesso vale per le giornate globali fissate da organizzazioni e istituzioni non governative. Per ottobre 2022, ho selezionato dieci letture, che presento rifacendomi agli abstract, integrati quando opportuno.   2 ottobre. Giornata internazionale della non-violenza     Gandhi, appellato Mahatma (“grande anima”), è il padre della non-violenza in età contemporanea. Il politico e pensatore indiano pubblicò diversi testi per spiegare questo concetto: Antiche come le montagne (Mondadori, 2009) è uno di questi. La sua versione della non-violenza si esprimeva nel satyagraha, termine da lui coniato dall’unione di satya (verità) e ahimsa (non-violenza), che indica la resistenza all’oppressione attraverso la disobbedienza civile di massa. Fu con questo sistema che l’India si rese indipendente dall’Impero britannico e Gand...

Gogol' nella lente di Taras Bul'ba

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  Il'ja Repin, Gogol' brucia il manoscritto della seconda parte de 'Le anime morte'  (1909)     Esistenza da viandante   Nikolaj Vasil’evič Gogol’ nacque nel 1809 in un villaggio nell’oblast’ di Poltava, oggi Ucraina e allora territorio russo. Il padre scriveva commedie in lingua ucraina e la madre era una fervente donna di fede: la famiglia si sostentava grazie ai propri terreni. Il giovane Nikolaj si appassionò alla recitazione, per dedicarsi poi alla scrittura. Conclusi gli studi si trasferì a Pietroburgo, dove divenne un burocrate. I suoi esordi letterari furono deludenti, segnati dal rogo di due opere giovanili: decise allora di viaggiare in Germania, per fare presto ritorno a Pietroburgo per l’incapacità di sostentarsi all’estero. La conoscenza di Aleksandr Puškin, nel 1831, offrì nuovi stimoli alla sua scrittura e nello stesso anno pubblicò Veglie alla fattoria presso Dikan’ka , che ebbe un buon successo, opera seguita da altri scritti. In un sogg...