L’arte quotidiana. Rapporto tra immagine social e realtà

Éduard Manet, Olympia (1863) Rispetto ai consueti articoli di questo blog, in questo caso sarò più breve, diretto e – in certa misura – sentimentale. Da cui (chi mi segue regolarmente lo avrà già notato) l’uso della prima persona. Tutto è nato settimane addietro, quando di fronte all’ennesimo fenomeno naturale degno di nota, presi lo smartphone per fare una storia. Ero di fronte a un bel campo verdeggiante, con l’erba ad un’altezza medio-bassa, costituita da fili verdi sottili radunati in ciuffi rigogliosi. Intorno a me nessuna persona, nessuna abitazione. Sullo sfondo, in lontananza, alcune case di campagna molto uguali tra loro, con sincere pareti bianche e una canna fumaria segnalata all’esterno da una pittura di diverso colore, terra di Siena. A rendere quel campo più suggestivo del solito era il vento, agente esterno, imprevisto ma non imprevedibile, che con forza posava la sua mano sulla distesa verde, che in modo lento e uniforme si adagiava sul fianco. A coronare il t...