Oculus. Il paranormale che non si rinnova

Da gennaio, dopo Carrie , attendevo un film che potesse risollevare le sorti dell’horror, dal momento che questo genere si è ormai rinchiuso nelle possessioni più o meno demoniache, scopiazzando qua e là i modelli del passato e creando una sintesi deludente. Oculus , purtroppo, non è escluso da questo quadro d’insieme. Tralasciamo il continuo salto temporale tra passato e presente dei due fratelli, proposto in maniera fin troppo sequenziale, senza svelare nulla che lo spettatore già non sappia: è tutta colpa dello specchio. Un vecchio, vecchissimo specchio comprato da uno sviluppatore di software, tale Alan Russell, che invece di riempire il proprio studio con qualche cosa che si addica al suo lavoro, decide di darsi all’antiquariato. De gustibus. Andiamo oltre. Assistiamo, nel corso della pellicola, ad una trasformazione del padre (o meglio ancora, della madre), sulla scia del cambiamento di carattere di Jack Torrance i...